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Medici ambulatoriali, da luglio un tetto… spiovente per cinque discipline

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Niente altri accessi per neurologia, oncologia, nefrologia, chirurgia e chirurgia plastica, con applicazione del sistema della regressione automatica e cioè senza rimpiazzo qualora uno specialista vada in pensione o cessi semplicemente l’attività; blocco per otorinolaringoiatria, cardiologia e gastroenterologia, senza sistema della regressione. Dopo un periodo transitorio di 24 mesi, da luglio in vigore – e il “via libera” è stato dato durante l’ultima seduta del Consiglio di Stato – il nuovo regolamento funzionale alla gestione dei singoli numeri massimi di attività, strumento questo che negli intendimenti dell’autorità politica cantonale servirà per contenere l’incremento dei costi della salute “e, di riflesso, i premi di Cassa malati”. Noto il meccanismo: secondo la normativa LaMal, testo che è e resta all’origine del “Far west” nei prelievi di denaro ai danni dei fruitori dei servizi sanitari, al livello cantonale è data facoltà di limitazione del numero di medici autorizzati a fornire prestazioni ambulatoriali che vanno a carico dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie; negli ultimi due anni il tetto massimo era stato applicato ad operatori in 11 specializzazioni, per tre delle quali la moratoria invece cessa e non scatta il nuovo vincolo; considerandosi il complesso delle attività, restano dunque in libertà – fermi restando i parametri per la determinazione dell’esigenza effettiva di professionisti specializzati – discipline quali dermatologia, chirurgia ortopedica, radiologia ed anestesiologia.

L’evoluzione dell’offerta ambulatoriale, come riferiscono da Palazzo delle Orsoline in Bellinzona, rimarrà ad ogni modo sotto osservazione, come da incarico affidato ad un gruppo di lavoro istituito sotto egida del Dipartimento cantonale sanità-socialità e del quale fanno parte “i principali attori del comparto ambulatoriale privato e ospedaliero”.