Home CRONACA Mazzata all’occupazione, il gruppo “Kering” molla Sant’Antonino

Mazzata all’occupazione, il gruppo “Kering” molla Sant’Antonino

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Nei tempi in cui ridondano le teorie sul “Too big to fail”, sul Ticino si abbatte la tempesta di un dichiarato “Too big to remain”. Non ci sarà futuro occupazionale nel Cantone, almeno all’interno del gruppo, per i circa 400 dipendenti – per il 96.5 per cento frontalieri – sotto identità della francese “Kering” ovvero del marchio “Gucci” a Sant’Antonino: sulla scia di quanto vagamente preannunciato sul finire dello scorso anno, ed a distanza di pochi giorni dall’onerosa chiusura di una vertenza con l’Erario italiano, i vertici dell’azienda hanno annunciato una delocalizzazione completa dall’unità produttiva realizzata fra l’aprile 2012 ed il dicembre 2013 nelle forme del nuovo centro logistico su committenza della “Luxury goods international-Lgi Sa”. Nella sostanza, le attività saranno concentrate sul complesso della “Xpo logistics” in provincia di Novara, dimensioni intorno ai 150’000 metri quadrati contro i 20’000 disponibili (per una volumetria di 300’000 metri cubici) nella realtà sopracenerina; tutti i collaboratori, per quel che è dato sapere, riceveranno un’offerta di ricollocamento nella nuova sede, situazione che dovrebbe porsi anche per gran parte o per la totalità del personale attivo nell’unità di Bioggio. In salvo, sempre sulla scorta delle prime informazioni, i dipendenti dell’unità amministrativa Cadempino; a questi, su suolo cantonale, si aggiungeranno circa 50 operatori della logistica ed i “colletti bianchi”; zero speranze, invece, per un reinserimento degli interinali.

L’abbandono del centro logistico di Sant’Antonino, costato circa 50 milioni di franchi (42.4 milioni di franchi più Iva per la struttura, cinque per gli impianti), avrà luogo nell’arco di un triennio a partire dal 2020. E proprio alle sole esigenze logistiche (“L’aspetto fiscale non c’entra”) hanno deciso di far riferimento i vertici del gruppo nel motivare la scelta, in realtà da inserirsi in contesto più ampio ovvero su pianificazione di investimenti tra Italia, Asia e Stati Uniti in vari contesti del lusso (orologi, gioielleria, pelletteria e moda) ed a promozione di marchi quali “Gucci”, “Saint Laurent”, “Balenciaga”, “Brioni”, “Boucheron”, “Qeelin”, “Ulysse Nardin” e “Girard-Perregaux”, su giro d’affari stimabile sopra i 13 miliardi di euro l’anno. Per quanto riguarda il Ticino, principale contraccolpo in materia di risorse finanziarie che verranno a mancare; situazione che tuttavia – così Christian Vitta, consigliere di Stato e titolare del Dipartimento cantonale finanze-economia – era già stata presa in considerazione e valutata come possibile scenario.