(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 19.26) No, decisamente non vedremo nell’immediato il primo traguardo a quota 12’000: per qualche colpa endemica, sì, ma anche per il solito influsso negativo che si abbatte sull’Europa borsistica – Zurigo non esclusa – quando decisioni ormai previste e persino fissate nel calendario sono o procrastinate o disattese, con ciò determinandosi un clima di disillusione “sine die”. Succede, e l’effetto si sta propagando almeno da giovedì scorso, perché nella testa dei responsabili della “Federal reserve” statunitense il buon passo dell’occupazione negli Stati Uniti si è trasformato in strumento per un rinvio del taglio dei tassi. Ed ecco la morale che butta giù il morale: flessioni generalizzate, “Swiss market index” emblematico con una perdita pari allo 0.76 per cento ad 11’701.72 punti e tuttavia in recupero d’una sessantina di punti rispetto al minimo su quota 11’651.45 appena dopo mezzogiorno, due soli i titoli in cifra verde e per frammenti (“Nestlé Sa”, più 0.27 per cento, e “Swisscom Ag”, più 0.20); sul fronte opposto, in frenata “Holcim limited” (meno 3.83) e “Partners group international Ag” (meno 2.66). Fibrillazioni da lunedì sull’allargato.
Così dalle altre piazze: Dax-40 a Francoforte, meno 0.40; Ftse-Mib a Milano, meno 0.82; Ftse-100 a Londra, meno 0.29; Cac-40 a Parigi, meno 0.30; Ibex-35 a Madrid, meno 0.28. Ondivaga New York: “Dow Jones”, più 0.60 per cento; S&P-500, meno 0.12; Nasdaq, meno 0.74. Cambi: 93.86 centesimi di franco per un euro, 91.90 centesimi di franco per un dollaro Usa; bitcoin in arretramento al controvalore teorico di 84’533 franchi circa per unità.