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Investimenti “online” ma fraudolenti: truffe in serie nei Grigioni

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Denunzie a raffica da varie zone del Canton Grigioni, non escluse le aree italofone, sono giunte in questi giorni alla Polcantonale con riferimento ad investimenti finanziari su sollecitazione da piattaforme “online” ed a conseguenti truffe congegnate in modo tale da non indurre la vittima a nutrire sospetti, quantomeno per un certo periodo. Modalità operativa: contatto via telefono o via “e-mail” o per tramite delle piattaforme stesse, proposte di investimento pubblicizzate sulla base dell’assoluta sicurezza e di una solida redditività, avvio della relazione “professionale” previa compilazione di un formulario e – dal punto di vista finanziario – con discreto e crescente successo (in apparenza), tanto che all’investitore viene riaccreditata entro breve tempo una piccola somma, presentata sotto forma di guadagni o di interessi maturati. Pare che non tutti, in realtà, riescano effettivamente a muovere le cifre conferite su conti “online”, ma questo è il meno: se si procede alla richiesta della restituzione del denaro, sia in misura totale (per scelta di disinvestimento) sia in misura parziale, ecco che la disponibilità della controparte – cioê del sedicente consulente con cui si sta “lavorando” – viene un po’ a… mancare perché improvvisamente condizionata al pagamento di imposte o di tasse assicurative mai entrate in linea di conto perché inesistenti.

Inesistente è in realtà l’investimento stesso: alla persona che insista per il recupero del denaro messo in circolo, dopo un certo tempo, viene detto che per ragioni imprevedibili il capitale è finito in fumo a causa di perdite delle Borse o di un segmento specifico delle medesime. E, su richiesta di spiegazioni, inevitabile è l’interruzione dei contatti: nessuno risponde più, nessuno è reperibile via InterNet, ad un’eventuale verifica risultano falsi o presi a caso i nomi stessi con cui i “consulenti” si erano proposti in prima battuta per carpire e conquistare la fiducia del cliente.

Fatti rilevanti, se è vero – a confermarlo sono fonti della Polcantonale Grigioni – che tra i vari casi oggetto di attenzione vi è quello di una persona truffata per quasi 100’000 franchi. Come difendersi, allora? Di principio, si dovrebbe dire che l’unico referente valido è quello alla cui porta si possa bussare 24 ore il giorno; ma questa è filosofia di tempi non informatizzati. Qualche costante, tuttavia, i criminali cibernetici mantengono nel calco di un progetto criminoso sviluppato in effetti ai quattro angoli della Terra: per esempio, le piattaforme di “investimento” hanno denominazioni in lingua inglese e numeri telefonici internazionali e sono ammantate di “credibilità” vuoi per la rivendicazione di elevati rendimenti con bassa soglia di rischio, vuoi per l’indicazione di referenze notevoli, vuoi per l’ampia disponibilità di opzioni per il trasferimento di denaro (vari i contatti bancari in vari Paesi, in ogni caso sempre per risorse del cliente). La risposta pratica: effettuare verifiche sul fornitore e rifiutarsi di avviare il dialogo con persone ignote; effettuare ricerche via InterNet sui casi di frode, ad esempio accedendo al sito della Finma che è poi l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari; consultare la banca con cui si intrattengono le ordinarie relazioni o discutere della cosa con una persona di fiducia (meglio se qualificata); rinunciare ad investimenti che, per quanto affascinanti, siano da effettuarsi in fretta; puntare solo su investimenti di cui si conosce la natura; diffidare delle promesse di alti rendimenti.