Chissà quali sentimenti albergano, in queste ore, nell’anima nobile di Matteo Romanenghi da Morbio Inferiore, schiettissimo figlio del Ticino discatorio (giovanili in filiera tra Chiasso, AmbrìPiotta e Lugano, anche nazionale “Under 17” e “Under 19”): in National league con il Lugano sino all’aprile 2021, agonista cui qualcuno disse o fece capire che a sud del San Gottardo, per lui, non c’era più posto se non, alla meglio, in cadetteria o qualche categoria sotto; perché Matteo Romanenghi, andatosene quattr’anni addietro in quel di Porrentruy senza spirito di rivalsa (è persona di carattere, sì, ma incapace di odiare e persino di serbare rancore), martedì aveva messo il bastone come uomo-assist nel 2-2 di un Lugano-Ajoie poi chiusosi sul 3-4 al supplementare e stasera ha firmato il 2-1 da marcatore ed il 3-1 da suggeritore nel secondo “knockdown” imposto dai giurassiani ai bianconeri in una serie di “play-out” che si sta trasformando in incubo. 0-2, sissignori, regnando nelle file dei sottocenerini il caos mentale fatti salvi i soliti che non intendono arrendersi fors’anche perché a Lugano poi devono mostrare la faccia; 0-2 in una serie che potenzialmente va sino al settimo incontro, ma che diventerebbe angoscia pura se le prossime 48 ore non saranno state fonte di una presa di coscienza e tra 48 ore non avrà avuto luogo una riscossa autentica.
Parole necessarie, poche: contro un Ajoie cui anche stavolta mancava Julius Nättinen, un filo di speranza tirato in avvio da Luca Fazzini (7.52) e poi la confusione, il sistematico lasciarsi irretire, il governicchiare un margine risibile. Stanchi? Mah, sì, forse; eppure a soffrire dovrebbe essere la squadra con il minor tasso di qualità, non l’altra. Ed invece arriva dalle retrovie Terrence James Brennan, già mortifero nel primo appuntamento, “power-play” organizzato e “power-play” convertito (40.30); tutti ai piedi della scala, e qualcuno con il morale sotto la lama dei pattini. Irrompe Matteo Romanenghi, infine: 52.00, una sentenza, 1-2. A 109 secondi dall’ultima sirena il richiamo del portiere bianconero, stasera Adam Huska il prescelto; a differenza di quanto avvenuto sabato, niente prodigio ed anzi ecco lo “shorthanded”, Matteo Romanenghi a metter lì il disco e Jonathan Hazen a chiudere i conti con l’1-3 (59.22). Resa incondizionata, dalla panchina; nemmeno il pensiero di spendere quei 38 secondi alla baionetta.
Per favore, richiamate Luca Gianinazzi alla transenna. Per favore.