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Hockey / Champions’ league, l’Ambrì cade per la seconda volta

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Sarà anche, come di fatto sostiene Luca Cereda allenatore ed in verità egli non potrebbe affermare il contrario nemmeno volendolo, che la squadra “gira” bene e che sono state viste cose buone e che il lavoro pagherà a medio ed a lungo termine; l’implacabilità degli eventi e dei numeri dice tuttavia che nella Champions’ hockey league 2019-2020 l’AmbrìPiotta ha perso due partite su due e che le probabilità di concludere il girone “G” in posizione preminente si situano ora attorno al tre per cento. Altrettanto reale è l’evidenza di un’assoluta improduttività – facciamo la tara: imprecisione – degli attaccanti, che nello spazio di 120 minuti (cioè giovedì a Monaco di Baviera e stasera a Karlstad) sono andati zero volte a bersaglio: allo 0-3 in pista germanica si è aggiunto infatti l’1-2 in landa svedese, avversario il Färjestad trafitto una sola volta (minuto 7.29, “power-play”) dalla fucilata di Nick Plastino su assist di Marco Müller, e se bisogna affidarsi all’estemporaneità allora si sta freschi, amici di fede biancoblù. Non che Jonathon Blum e compagni abbiano fatto granché, tra l’altro: il pareggio di Victor Ejdsell già al 16.02, il sorpasso decisivo su una disattenzione al 55.36 su firma di Johan Ryno a trafiggere Dominik Hrachovina, schierato stavolta in concorrenza con Daniel Manzato e cavatosi benino (efficienza al 93.10 per cento, sullo stesso “standard” di rendimento del collega nell’incontro precedente) dall’impaccio, anche quando qualche compagno di squadra ha mostrato la corda e lasciato un corridoio libero sino alla gabbia. La differenza, una volta di più, giunse dai particolari: 24 ingaggi vinti contro 27, penalità per 16 minuti contro 10, 26 tiri in porta contro 29. Per paradosso, nel terzo periodo – quello del goal esiziale al passivo – la miglior prova degli ospiti… In immagine, Luca Cereda.