Doppio riferimento territoriale, per quanto ci riguarda, nel caso di due delinquenti arrestati il giorno di Ferragosto al valico di Chiasso-strada mentre, a bordo di un’auto con targhe italiane, stavano lasciando il territorio elvetico con un carico di reati commessi e di refurtiva occultata nella vettura: i colpi erano stati infatti perpetrati sia in Ticino sia in Mesolcina, anzi prima nel Grigioni di lingua italiana (furto con scasso, comunicazione trasmessa da Mesocco a Bellinzona e coordinamento con Ufficio dogana-sicurezza confini e varie tra Polcom e Polintercom), e si è trattato pertanto di unire i puntini raccogliendo gli elementi di congruità da luogo a luogo in Ticino ma soprattutto nel Bellinzonese, prevedendosi le mosse e soprattutto il momento in cui sarebbe avvenuta l’uscita dalla Svizzera. Segui e aspetta, aspetta e segui, ecco il momento topico in frontiera, dove oltre ai due soggetti – individuati da operatori del citato Ufficio federale – sono stati recuperati e sequestrati sia attrezzi da scasso sia beni di valore; fra questi ultimi anche alcuni gioielli provento di effrazione perpetrata poche ore prima nel Luganese.
A finire in manette un 32enne francese – etnia ed origini non precisate – ed un 39enne rumeno, entrambi con formale residenza in Francia; le restrizioni alla libertà individuale sono già state convalidate dal giudice dei provvedimenti coercitivi. Addebiti: ripetuto furto aggravato per mestiere, ripetuto danneggiamento, ripetuta violazione di domicilio; in corso tuttavia altri accertamenti con riferimento ad una serie di episodi in cui o l’uno o l’altro o entrambi i criminali potrebbero aver avuto parte. Inchiesta a cura della procuratrice pubblica Veronica Lipari.