Nel giorno in cui spendono un comunicato-stampa per annunciare che sono migliorate le condizioni di salute del presidente Angelo Renzetti (è degente da 10 giorni alla “Clinica luganese Moncucco” causa “Coronavirus”, per le dimissioni servirà qualche altro giorno: ehi, auguri, siamo con Lei), al Football club Lugano sono stati costretti a produrre una lunghissima nota anche per dichiarare che iersera, allo stadio di Cornaredo ovvero in coincidenza con l’incontro Lugano-San Gallo della massima serie pedatoria, non vi fu alcun episodio di razzismo all’indirizzo di Lawrence Ati-Zigi, portiere della formazione ospite; razzismo che, in prima battuta, era stato invece denunciato e deplorato a tinte da trenodia a lamentazione con timbro preficale. È saltato invece fuori che i cori c’erano stati, sì, ma da parte di una dozzina di sostenitori della squadra ospite e come forma di incoraggiamento al proprio giocatore; il quale chiamati per l’appunto Ati-Zigi detto “Zigi”, e da qui la ridondanza del motivetto “Ziggy Zaggy Ziggy Zaggy Oi Oi Oi” che sta di contorno all’“Ein Prosit”; insomma, sostegno da una parte e rilancio da simpatico sfottò sull’altro versante. Per la serie “Quando si vuol vedere nero dappertutto”, e absit iniuria verbis. D’inciso: la dirigenza della società bianconera ha espresso scuse sentite alla tifoseria. “Ex-post”, ma la va ben inscì.