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Dramma della Mesolcina, dalle acque il cadavere dell’ex-municipale Aldo Bianchi

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 19.43) La prima certezza, dalla striscia della Mesolcina che è gente nostra anche se sott’altra regìa cantonale, esplode oggi nella forma e nella dimensione temuta, quella del dramma che si reifica, passando dal “forse” all’evidenza ed imponendo a noi tutti di spostare l’attenzione dalle cose – quelle perse, quelle andate, quelle cui tuttavia si può trovare rimedio – alle persone: senza vita è stata infatti trovata stamane una delle tre persone date per disperse nel marasma conseguente all’alluvione della sera e della notte di venerdì. Senza vita, nell’alveo della Moesa, in un tratto compreso tra Grono e Roveredo era il cadavere di Aldo Bianchi, 83 anni, già municipale, già imprenditore nel ramo edile con un’azienda ora diretta dal figlio Fabio, lunga esperienza professionale condotta in Surselva (a Obersaxen Mundaun la sede della ditta); il corpo, strappato dall’abitazione in Lostallo frazione Sorte, è stato dunque trascinato dalla corrente per almeno otto chilometri; ciò dà un’idea della potenza delle acque in quelle ore e, per quanto l’espressione possa sembrare cruda e priva di sentimento, costituisce anche un indizio per l’area su cui concentrare le ricerche degli altri due corpi. Perché giustamente e con umanità e con accenti commossi nella fermezza del ruolo ha parlato questo pomeriggio William Kloter, comandante la Polcantonale retica per la Regione Mesolcina, in conferenza-stampa cui erano compresenti Jon Domenic Parolini quale presidente del Consiglio di Stato del Canton Grigioni e Christian Vitta suo omologo per il Consiglio di Stato del Canton Ticino: flebile è la speranza, minima la prospettiva, ma si agisce e tutti agiscono – tutti: gli specialisti dei servizi in luce blu, gli operatori della Protezione civile e quelli del “Soccorso alpino svizzero”, i cittadini che danno una mano come volontari – come se quelle due persone mancanti all’appello (trattasi di un 57enne e di una 53enne, entrambi ticinesi del Sopraceneri centroorientale, approdati a Sorte per fissare qui il domicilio solo quattro mesi addietro) siano da rintracciarsi e non, come il tempo trascorso e lo scoramento conseguente inducono a pensare, come se s’avesse solo da recuperare due cadaveri. Sull’anima di molti, però, il macigno è di quelli che tolgono fiato e voglia di parlare: Aldo Bianchi era persona straconosciuta, con l’odierno sindaco Nicola Giudicetti vi era stata anche la condivisione di un periodo nell’Esecutivo comunale; e poco consola, di fronte a questa morte, il sapere che la moglie 77enne di Aldo Bianchi – ancora nella notte tra venerdì e sabato indicata quale quarta persona dispersa; mezz’ora dopo l’alba di ieri era poi riuscita a mettersi in contatto con i soccorritori, chiamandoli con un cellulare mentre si trovava sotto le macerie – è fuori pericolo e che per lei, al “Civico” di Lugano, è stato disposto il trasferimento dal reparto di terapie intensive al reparto ordinario.

Metro per metro, strada per strada – Mai si è realmente pronti ad assorbire i colpi dell’ineluttabile, e la notizia dell’avvenuta individuazione del cadavere è calata come una lama di ghiaccio su soccorritori, stampa ed autorità, queste ultime – i presidenti dei due Esecutivi cantonali, intendiamo – annunciatesi per un sopralluogo “condiviso” con Nicola Giudicetti, sindaco di Lostallo, cui ad ultim’ora si è aggiunto un emissario italofono investito di ruolo istituzionale a Berna. Jon Domenic Parolini, nel garantire sostegno e collaborazione ai Comuni (“Mi rattrista la situazione, i miei pensieri sono rivolti a ciascuna tra le persone colpite”) e dopo aver ringraziato le forze di intervento e di soccorso (“Stanno svolgendo un lavoro eccezionale, in tutti leggo un impegno esemplare”), si è fatto parte diligente nel raccogliere informazioni e, anche sulla scorta di un primo resoconto giunto da Nicola Giudicetti, ha assicurato la messa a disposizione di risorse finanziarie e di mezzi sia per un sollecito superamento della fase emergenziale sia per la restituzione del territorio sanato ai cittadini, primario impegno sulle infrastrutture, strade in particolare. “Focus” su tre punti che, da sé soli, impegnano una rete viaria a sviluppo su 20 chilometri all’incirca: a) nel territorio comunale di Lostallo, sostanzialmente da considerarsi in via di soluzione i problemi in frazione Cabbiolo, è da affrontarsi la frana in frazione Sorte; b) circa la A13 tra Mesocco e Soazza, la sezione crollata è lunga 200 metri, rebbio estremo della forchetta secondo prima stima data per l’appunto a 150-200 metri mancando a quel momento la possibilità fisica di una ricognizione; ci vorranno dunque mesi e forse anni prima che il percorso sia ridisegnato e ricostruito e collaudato e rimesso a disposizione degli utenti; c) i flussi di traffico sono ora da affidarsi alla Cantonale H13, su cui tuttavia, e proprio nella zona corrispondente a quella del crollo, insiste un cantiere regolato con semafori; si sa che esistono norme in forza delle quali è impossibile una compressione soverchia delle attività, ma è sembrato di poter cogliere una determinazione alla “Whatever it takes”, e che dunque i lavori siano condotti con la massima sollecitudine. Una chiamata chiara e netta ai vertici dell’“Ufficio federale strade-Ustra”; non è di aiuto, tra l’altro, il fatto che tale tragedia si sia consumata sull’ingresso nella stagione estiva; viene a cadere, o a ridursi in modo significativo, l’alternativa sanbernardiniana a quella sangottardista nei transiti nord-sud e sud-nord, dal che si prevede già un incremento sensibile delle colonne sull’asse principale. Ha avuto un bel dire, l’emissario bernese, circa la sua intenzione di coinvolgere le autorità dei Paesi limitrofi affinché esse si facciano parte diligente anche “per approfondire e trovare insieme possibili soluzioni in àmbito viario”; non è il tempo delle polemiche, ma queste sono espressioni che lasciano il tempo che trovano e che si traducono in contabilità a zero, basti il conoscere la geografia e le direttrici dei grandi spostamenti.

Niente indugi – Non un mero elenco di danni, quello formulato e documentato da Nicola Giudicetti; una lista, sì, ma di cose da farsi “con rapidità, con urgenza, con una regìa” (la parola usata era “coordinamento”, ma in condizioni estreme il senso era ed è cristallino: tutti devono saper far bene quel che è di loro competenza, ma alcuni sono e saranno deputati a tener d’occhio tutto ed in tempo reale. Lo pretende il buonsenso). Nel “cahier des charges” si colga l’essenziale del documentabile a prima vista: per le strade, verifica di ogni tratto sia sotto competenza cantonale sia sotto competenza comunale e rifacimento di intere sezioni in cui la superficie si è deformata per innalzamento; ricostruzione e riallacciamento di una cabina elettrica (quella della frazione Sorte); reinstallazione della fermata bus (sempre nella frazione Sorte); nove bacini di ritenzione da svuotarsi sùbito; due bacini di ritenuta da rinnovarsi; depuratore regionale ed acquedotto regionale da risanarsi”. Il caso di Lostallo è emblematico: poco meno del due per cento della superficie comunale, per effettivi 80 ettari e tutti ad uso agricolo, saranno da bonificarsi causa riduzione ad acquitrino; per quanto riguarda il patrimonio edilizio, tre edifici (tutti in frazione Sorte) sono stati distrutti e quattro sono da considerarsi inagibili; da allagamenti nel senso stretto del termine sono state interessate 35 abitazioni.