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Confine di sangue: uccide il rivale, riduce l’ex-compagna in fin di vita e si ammazza

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 23.59) Sei chilometri di sangue quelli che corrono tra Cantello e Stabio, volti speculari sulla più antica fra le frontiere conurbate. Sei chilometri nel percorso di un uomo che nel tardo pomeriggio di oggi, dopo aver affrontato ed ucciso il nuovo amico della sua ex-compagna nella zona boschiva popolarmente detta “del Gnàzi” lungo la Valsorda, tra le propaggini di Varese rione Valle Olona oltre Cascina Mentasti e gli insediamenti industriali della “cintura” a ridosso del sottopasso alla Strada provinciale numero 3, ha attraversato il confine senza tradire emozione alcuna, ha raggiunto gli edifici degli stabilimenti termali a Stabio, è riuscito ad individuare o ad attirare in trappola l’ex-compagna e contro quest’ultima ha esploso uno o più colpi da distanza ravvicinata. Ormai convinto di aver assassinato anche la donna (sopravvissuta, per contro; è gravissima, ma per lei i medici nutrono ancora speranze), l’omicida si è infine ammazzato sparandosi alla testa. Fatto di sangue ancorato, se non alla totale premeditazione, almeno ad un preciso disegno in cui la gelosia, per quanto elevata a livelli patologici, viene soverchiata dal desiderio ed anzi dalla pretesa di vendetta (per un torto che si pensa di aver subito, per una sofferenza che si immagina sia senza pari, per una mancata riconciliazione, ad esempio) ed alla quale vendetta si aggiunge anche l’invidia per la nuova condizione di benessere sentimentale raggiunta o conquistata dall’ex-“partner”.

Scarni, nell’immediatezza dell’accaduto, gli elementi contestuali disponibili: l’omicida e poi suicida è un 51enne cittadino italiano con residenza in provincia di Varese (trattasi di Salvatore Stefano Solazzo, origini familiari del Sud della Penisola, già abitante ad Arcisate, ultimo domicilio a Malnate, attività quale operaio specializzato in un’azienda ticinese, passione sviscerata per la pesca e per la caccia); l’ex-compagna è una 45enne cittadina italiana formalmente abitante in provincia di Varese ma da qualche tempo trasferitasi al di qua del confine; secondo informazioni raccolte dal “Giornale del Ticino”, la prima vittima – quella che era stata trovata poco dopo le ore 18.30 in fregio alla strada della Valsorda, storica arteria di collegamento viario alternativo al percorso via Folla di Malnate – è Daniele Morello, cittadino italiano di 47 anni, da Induno Olona (Varese) e cioè a distanza di sette-otto chilometri dal luogo, titolare di un’attività nel ramo trasporti su gomma con sede a Stabio e che da tempo aveva preso domicilio nel Mendrisiotto. Evidente il decesso dell’uomo, come constatato da forze dell’ordine ed operatori sanitari all’arrivo sul posto; molti gli interrogativi sulla dinamica dell’accaduto, potendosi immaginare – in tal senso sono attesi riscontri – che l’auto della vittima designata sia stata inseguita lungo il tratto discendente in uscita da Cantello e fatta fermare dal 51enne, e che sùbito dopo quest’ultimo abbia estratto una pistola e sparato da distanza ravvicinata, mirando al cuore di Daniele Morello; l’ipotesi è corroborata dal fatto che il cadavere è stato trovato a pochi passi dal veicolo tipo “pick-up”, immatricolato in Ticino, in uso allo stesso Daniele Morello, ed è quindi da credersi che il 47enne abbia tentato di chiedere soccorso prima di crollare esanime a terra. Pare invece da escludersi l’ipotesi di un agguato da appostamento (benché lontana dalle abitazioni, la zona è assai frequentata soprattutto nella fascia oraria di rientro dei frontalieri via Gaggiolo e valichi limitrofi. Assai complessa sarebbe stata l’intercettazione di un singolo veicolo in transito). Il tratto stradale è stato dichiarato “off limits” con transennamento veicolare e posa di nastri di delimitazione di un’ampia area, dovendosi cristallizzare la zona del crimine, sin verso le ore 21.30.

Nemmeno il tempo dei primi riscontri, potendosi tuttavia ipotizzare che il delitto era stato commesso da poco, indicativamente fra le ore 17.00 e le ore 18.00, ed ecco il rimbalzo della notizia da Stabio, ore 18.35 circa, anche qui colpi di pistola, anche qui immediata la sensazione di un esito letale. Elementi contestuali oltre la mera coincidenza hanno poi permesso di stabilire un quadro delittuoso raccapricciante ed a doppia scena ma dal filo rosso solido come un cavo di acciaio; dinamica poi confermata da fonti del ministero pubblico (inchiesta nelle mani della procuratrice pubblica Valentina Tuoni, che agirà di concerto con le corrispondenti autorità italiane), indicazione sommaria circa l’essere tale fatto di sangue avvenuto “presso uno stabile” in via Bagni a Stabio. Per ovvia conseguenza dell’atto suicidario compiuto dal 51enne, l’arma da fuoco è stata trovata sul posto. Sul posto unità di Polcantonale, Polcom Mendrisio, Polcom Stabio e Polcom Chiasso oltre ai sanitari del “Servizio ambulanza Mendrisiotto” che hanno provveduto a stabilizzare la 45enne ed a trasferirla d’urgenza in ospedale; richiesto anche l’intervento di specialisti del “CareTeam Ticino” per l’assistenza psicologica alle persone coinvolte. L’intera zona è stata isolata e posta sotto sicurezza.

A distanza di oltre tre ore dalla sparatoria, le condizioni della donna restano gravi e, secondo una nota-stampa ricevuta in tarda serata, non sono da escludersi conseguenze esiziali.