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Calcio Dna / Lugano, falsa partenza: a Cornaredo fa festa solo il Sion

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Di tutto quel che era temibile si sapeva, alla vigilia del rientro nella massima serie pedatoria: dell’essere la squadra un cantiere, del ridondante numero di novità in organico; del rappezzamento necessario causa infortuni e malanni in genere (sei elementi in infermeria, viatico infame); del sussistere anche il bisogno di una conferma oltre i già discreti livelli offerti nella stagione precedente (lato sinistro della graduatoria e conquista della Coppa Svizzera. C’è chi, partito con obiettivi migliori, si ritrovò ai piedi della scala, e anche sotto). Timori, dunque, che concretizzando qui un po’ e qua un po’ di più condussero oggi il Lugano a bucare l’esordio, unica squadra sconfitta a domicilio nel turno, 2-3 per la felicità del Sion e sono punti – lo si dice sin da ora – su cui in casa bianconera potrebbero trovarsi a recriminare al momento dei conti; ed è quasi inutile che ci si affidi alle statistiche per provare a dimostrare che, in linea di massima, un pari meglio avrebbe rispettato le gerarchie in campo, quand’invece all’attivo restano soltanto il possesso-palla (56 contro 44 per cento), i calci d’angolo battuti (di misura: nove contro sette) e le conclusioni tentate (19 contro 14, ma a contare è il mirinmo collimato, non la velleità).

Dalla cronaca essenziale la miglior spiegazione. Minuto 43, Fabio Daprelà infila una porta, purtroppo la propria: 0-1. Ripresa, minuto 56, Fabio Daprelà commette un fallo su Denis-Will Poha e nessuno discute sul contatto, mentre sorge un bel dubbio sull’interpretazione del direttore di gara che, conseguentemente alle raccomandazioni del collega piazzato davanti al Var, trasforma un teorico giallo sbiadito in rosso secco e bruciante (57.o), ergo Lugano ridotto a 10 effettivi e con una perdita significativa nel tasso di esperienza. A non far pesare l’inferiorità numerica proveranno Zan Celar e Jonathan Sabbatini soprattutto, ma dallo 0-1 allo 0-2 si scivola nel volgere di due giri di lancette (59.o, per l’appunto, Dimitri Kevin Cavaré a bersaglio). Replica Jonathan Sabbatini su assist di Zan Celar (61.o); al 70.o, grande Walzer dalle panchina con quattro ingressi bianconeri tra cui quello di Noah de Queiroz (un quinto subentro cioè il primo, quello di Mattia Bottani per Maren Hailé Selassié, era stato speso al 58.o) e due nelle file degli ospiti, distanze ristabilite da Joël Schmied all’85.o ovvero sulla massima propulsione offensiva del Lugano alla ricerca del pari; di Noah de Queiroz (88.o) l’ultimo sussulto per il 2-3.

Sul conto del Sion anche un legno. Meglio che la si prenda con filosofia, meglio.