(ULTIMO AGGIORNAMENTO E RIEPILOGO, ORE 15.19) Quasi immediata svolta nelle indagini sull’omicidio di Davide Gorla, commerciante 65enne accoltellato a morte ieri pomeriggio nel suo negozio “Linea continua” in via Milano 4 a Busto Arsizio (Varese): un uomo di 50 anni, all’anagrafe Emanuele Mirti, operaio con domicilio nella limitrofa e comprovinciale Castellanza, è stato fermato a distanza di circa tre ore dal fatto di sangue e dunque ancora nella serata di ieri, sulla scorta di evidenze di sicuro conseguenti all’accesso ai filmati delle videocamere private e pubbliche nella zona oltre che forse testimoniali (pare abbia avuto luogo il riconoscimento da parte della dipendente di un esercizio pubblico). Come da ipotesi qui avanzata nell’immediatezza della constatazione del delitto, il sospetto autore dell’aggressione con esito letale era non già un rapinatore ma persona ben nota alla vittima: consta il fatto che Emanuele Mirti fosse inquilino di Davide Gorla in un suo appartamento di viale Lombardia a Castellanza, con regolare contratto sottoscritto in tempi imprecisati. Lo stesso Davide Gorla era nato e cresciuto a Castellanza rione d’Ingiò, salvo trasferirsi qualche anno fa a Rescaldina, distanza di cinque-sei chilometri ad est ma già in provincia di Milano, condividendo la residenza con un fratello.
Elementi gravanti sul sospetto, che per parte sua – ed il condizionale d’obbligo sino a prima comunicazione ufficiale da parte dell’autorità inquirente – avrebbe negato qualsivoglia responsabilità nella vicenda: la corrispondenza fisica con il profilo di un soggetto allontanatosi a passo svelto dalla zona, direzione via Ugo Foscolo e poi via Antonio Rosmini; le immagini da cui risulta l’avvenuto cambio di vestiario (maglietta probabilmente sporca di sangue sostituita con un analogo indumento ma pulito) direttamente sulla pubblica via; la presenza del 50enne in prossimità del negozio di cui Davide Gorla era titolare. Meno attendibili, ma solo in forza dell’assenza di riscontri di prima mano, le voci di dissapori che si sarebbero manifestati per ragioni economiche, di massima il mancato pagamento di alcuni affitti. Ancora a mezzogiorno non risultava essere stata individuata l’arma del delitto. In immagine, il negozio in cui è stato perpetrato l’omicidio.