(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 14.24) Già l’altr’ieri sera, su di lui, gli indizi per il primo rogo, che non a caso era scoppiato attorno alle ore 21.20 nel suo appartamento di via Caratti a Bellinzona; non in carcere ma in una clinica, in forza di riscontrate alterazioni dello stato psichico. Ma dalla clinica il soggetto era fuggito alla prima opportunità, ed alla svelta; fuggito, per tornare nella stessa abitazione e per rientrarvi e per scatenare un altro incendio, quand’erano le ore 0.15 circa di oggi, e stavolta con gravi conseguenze anche per terzi dal momento che almeno un inquilino dello stesso stabile è stato trattato per intossicazione da fumo e che si è reso necessario lo sgombero urgente dell’intero immobile. Di nuovo fermato e di nuovo valutato come non carcerabile, e per tale ragione inserito in altra struttura psichiatrica dove ci si augura che i livelli di controllo siano più severi (sulla modalità di esfiltrazione dalla prima sede di contenimento non sono state per ora fornite indicazioni), il soggetto resosi responsabile di due incendi intenzionali, e come tale indagato secondo quanto figura nel “dossier” di cui è titolare la procuratrice pubblica Chiara Buzzi; trattasi di cittadino eritreo dell’età di 30 anni, non noto lo “status” in Svizzera, non noto il motivo della collocazione in tale appartamento, non noti infine eventuali precedenti problematici e della stessa natura. Come riferito dai portavoce del ministero pubblico e della Polcantonale, l’uomo è stato intercettato e bloccato all’esterno della palazzina di via Caratti su intervento di agenti della Polcom Bellinzona.
Le operazioni di spegnimento delle fiamme e della messa in sicurezza dello stabile si sono protratte per varie ore, sul campo effettivi dei Pompieri Bellinzona ed in presenza di sanitari della “Croce verde” Bellinzona; cinque le persone che sono state costrette ad abbandonare gli appartamenti di cui nel frattempo è stata riscontrata l’inagibilità. Il 30enne non avrebbe ancora fornito spiegazioni circa i motivi dei due incendi appiccati.