Svolta improvvisa e soluzione del caso: ad uccidere il 43enne Manuel Millefanti, nell’abitazione di quest’ultimo in via Guglielmo Marconi ad Oltrona di San Mamette (Como) durante la notte tra domenica 20 e lunedì 21 gennaio, è stato Luca De Bonis, 34 anni fra cinque settimane, nato a Como e residente nella comprovinciale e confinante Appiano Gentile, in contesto dominato da una grave alterazione da alcool. Il giovane, rapidamente individuato dalle forze dell’ordine che disponevano di attendibili elementi informativi (tra questi, un ultimo sussurro di Manuel Millefanti al telefono, durante la richiesta di soccorsi rivolta alla madre: “È stato Luca”), ha negato a lungo qualsiasi responsabilità nella vicenda ma in ultimo ha reso dichiarazioni autoaccusatorie nel segno della piena confessione: i due si sarebbero dunque trovati a casa di Manuel Millefanti ed avrebbero bevuto parecchio tra superalcoolici, vino e birra; in condizioni di ebbrezza conclamata, Luca De Bonis sarebbe stato spintonato o raggiunto da una manata al petto o da uno schiaffo ed avrebbe reagito (per autodifesa, sarà la tesi) brandendo il primo oggetto venutogli tra le mani, ovvero un coltello poi occultato in spazi di pertinenza di un casolare; l’arma è stata recuperata a distanza di breve tempo dal fatto di sangue.
A maggior comprova del quadro generale, anche un “selfie” – qui riportato – che i due avevano scattato e pubblicato su “Facebook” alle ore 0.33; un’incredibile testimonianza indiretta della presenza di Luca De Bonis, ora accusato di omicidio volontario e seguito da un legale d’ufficio, nell’appartamento di Manuel Millefanti, di lì a poco il teatro di una tragedia.