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A margine / Celebrano la riapertura. Quanto a pagare i veri danni, nisba

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Straordinaria sinfonia di copincollisti, in Svizzera ed anche all’estero, per celebrare il ritorno all’ordinario transito ferroviario all’interno della galleria di base del San Gottardo, e ciò sia per i vettori-merci sia per i treni passeggeri: celebrate le magnifiche sorti (e progressive, cela va sans dire) dell’opera restituita a nuova vita dopo l’incidente avvenuto giovedì 10 agosto 2023, ricordato a mansalva l’essere questo “tunnel” il più lungo nel mondo in forza del suo sviluppo sulla lunghezza di 57 chilometri, manifestato entusiasmo per l’opzione dei collegamenti ora con cadenza ogni 30 minuti. Tra le note positive aggiungiamo noi il fatto che da Bellinzona a Zurigo aeroporto si torna ad impiegare più o meno lo stesso tempo che è richiesto per il collegamento da Bellinzona a Malpensa aeroporto, e decisamente con miglior recupero di tempi all’interno del primo scalo rispetto al secondo.

Fino a qui il buono ed il bello; nessuno che però ci dica quale sia l’entità reale della fattura (costi meno cifra coperta dalle polizze assicurative) per il ripristino; nessuno che ci dia una garanzia credibile e sufficiente – scusi davvero, consigliere federale Albert Rösti calato oggi in Ticino per l’atto di… reinagurazione, ma le espressioni verbali non ci bastano – circa il non ripetersi di incidenti. E nessuno, soprattutto, che ci dica quando e come e se il Ticino sarà in qualche modo rimborsato per l’aver subito un gravissimo pregiudizio alle sue attività economiche, il turismo “in primis”; ora che è possibile fare i conti, è possibile anche stabilire un adeguato ristoro. O che da quell’orecchio Berna non voglia proprio sentire?