In un porto trovi incrociatori, baleniere, pescherecci, yacht, lucie, motoscafi e quel che d’altro l’uomo abbia posto a galleggiare sopra le acque o a scorrere in mezzo alle stesse; in una strada trovi auto, monopattini, biciclette, “scooter”, camion, bisarche e via via sino ai trasporti eccezionali. Trattasi di ambienti diversi, e per propria natura scarsamente compenetrabili. Esempio lampante nell’immagine colta ieri in landa luganese: quando un rimorchiatore olandese con scafo agganciato si àncora su tratto asfaltato e sopraggiunge il bus luganese che lì dovrebbe far tappa per coerenza di servizio al cittadino, a parer unanime dei soci qui a bottega chi sta alla guida dell’urbanissimo bus luganese sarebbe legittimato ad inurbana reazione. Amico che vieni dai “polder” strappati al mare, che cosa diresti se ci venisse l’uzzolo di parcheggiare un paio di autoarticolati a filo di paratoie delle tue dighe, sì che gli addetti si trovino nell’impossibilità di regolare i flussi di un fiume?