Forse non serviva, ma è un bene che da alto e rispettato profilo professionale sia stato messo il mattone della certezza sull’evoluzione in corso nella pandemia coronavirale su suolo ticinese: signori, per un po’ ancora dovremo sopportarci questa terza ondata, e il peggio deve ancora venire, tra l’altro considerandosi il divario temporale – l’esperienza forma statistica, e le statistiche vanno a costituire uno storico su cui, in mancanza di altro, bisogna fare conto ed affidamento – fra conclamazione del morbo e, in non pochi casi, l’esigenza di un ricovero. Perché di questo s’ha da esser consci, piaccia o non piaccia e capirete quanto poco abbia corso legale la prima ipotesi: i contagi iniziarono a crescere una dozzina di giorni addietro, i numeri continuano a salire e dovremmo aspettarci, detto tenendosi in mano uno spannometro, un incremento di buoni tre casi ogni 10. Una tendenza alla grevità che poco si concilia con il desiderio di libertà dal morbo o, per essere più concreti, di liberazione da lacci e lacciuoli.
Le cifre ci offrono un’immagine stampata e nella quale la quadricromia si sta rapidamente slavando per lasciar posto alle sole tinte fra grigio e nero. Nessun decesso, ed è l’unica buona notizia: restano sulle spalle di tutti – e, si spera, sulla coscienza di qualcuno – i 967 morti in 53 settimane. Dopo il picco di nuovi contagi con tripla cifra, ritorno alla linea dei “70 o più” con i 71 casi delle ultime 24 ore per 29’122 infetti di cui 933 da venerdì 5 marzo; si riduce l’elenco dei ricoverati sotto terapia intensiva, cinque le presenze, mentre sale il numero dei letti occupati in strutture nosocomiali, 72, per effetto di quattro ricoveri a fronte di tre fogli di dimissioni. Torna all’otto per cento il tasso di incidenza dei positivi sul totale di tamponi sottoposti ad esame in laboratorio nelle 24 ore (873 i “test” verificati nella giornata di martedì 16 marzo); a riscontri di ieri, mercoledì 17 marzo, 526 le persone in isolamento, 879 quelle in quarantena. Secondo indicazioni dell’Ufficio federale sanità pubblica, il tasso di riproduzione del contagi è pari ad 1.22, con valore tuttavia alla data di lunedì 1.o marzo. A ieri l’ultimo aggiornamento sul passo della campagna vaccinale: 53’191 le dosi somministrate, 22’336 i soggetti giunti al termine del ciclo (seconda dose), 8’519 quelli che hanno ricevuto la sola prima dose. Sempre fermo al quadruplo zero il riscontro dal sistema delle residenze per anziani.