Non è nel costume svizzero il dar vita a manifestazioni di protesta che interrompano un pubblico servizio; ma qui il rischio non si corre, perché del pubblico servizio non c’è traccia. Sta infatti per andare agli archivi quella che forse è stata la settimana più tragicomica sui binari dell’intero Ticino, asse verticale Chiasso-San Gottardo ed asse orizzontale Locarno-Bellinzona in pari livello ed in analoghe misure: ritardi, soppressioni e disfunzionalità si sono sommate producendo disagio ed insofferenza negli utenti, spesso costretti a stiparsi in convogli dalla composizione ridicola (due, quattro casse al più sul traffico locale), spesso bollenti ed a circolazione insufficiente dell’aria, non volendosi dire delle “toilette” sistematicamente sporche o fuori uso. Un caso per tutti: questo pomeriggio, ore 16.15, stazione di Cadenazzo, treno da Locarno verso Bellinzona, alcuni viaggiatori costretti a rimanere sulla banchina per l’impossibilità di prendere posto. Ma è un nulla in confronto al “numero” vissuto ieri: da Lugano, direzione Bellinzona, treno fermo al palo per 25 minuti per mancanza di macchinisti; ovvio riversamento degli utenti su altro vettore e… mancata comunicazione della disponibilità, tanto che il regionale è poi partito semivuoto. Meglio che si taccia, infine, circa le informazioni fuori tempo sia sui pannelli elettronici sia via altoparlante. Occhio: prima o poi la corda si spezza.