Difficile che, in tempi come questi, ci si affezioni a singoli giocatori da sport di squadra: essi giocatori vanno, vengono, firmano, si sganciano, leticano, partono, magari tornano, per un po’ stanno qui e per molto stanno là. Ancor più difficile che ciò accada nel caso di uno straniero, abituato a servir da mercenario laddove l’opra sua pugnace sia richiesta.
Doppiamente dispiace quindi, un po’ per chi se ne va ed un po’ anche per chi in questi anni gli ha voluto bene, che in una mattina di sabato estivo giunga l’annuncio dell’addio a Maxim Lapierre, 34 anni, canadese di Saint-Léonard nel Québec, 188 centimetri per 91 chilogrammi, 129 punti (65 goal e 74 assist) in 614 partite di National hockey league e 74 (31 più 43) in American hockey league ma soprattutto 34 goal e 50 assist in 128 incontri di massima serie elvetica in tre stagioni e briciole con la maglia del Lugano, non tralasciandosi quattro punti in otto partite nella Champions’ hockey league e sei punti in cinque partite di Coppa Svizzera. Motivo dichiarato della separazione, su contratto biennale tuttora in corso eppure immediata: nessuna certezza, per il giocatore, di un ruolo da titolare ossia di figurare stabilmente nel “pacchetto” dei quattro stranieri in pista; tradotto, sempre a disposizione in allenamento ma relegazione in tribuna ed utilizzo come quinto elemento, sempre all’uopo e sempre che in qualche modo ciò venisse considerato utile alla squadra.
Versione più semplice: il neotecnico Sami Kapanen, che è finlandese, ha idee diverse circa organico e modelli, e forse un nordamericano (per di più, con esperienza internazionale non dissimile alla sua per durata, ma espressa in periodo temporale successivo) non si colloca esattamente secondo le nuove logiche che verranno portate sotto le volte della “Resega”; o, in alternativa, è già disponibile il nome di un soggetto più giovane (si sa, l’anagrafe spesso tradisce. Non l’avrebbe fatto nel caso di Maxim Lapierre). Ignoti i termini dell’uscita dal contratto, presumibilmente con liquidazione di un “bonus” all’attaccante che si suppone sia libero di trovarsi altro luogo di impiego, non si sa tuttavia se anche su territorio elvetico (giacché mal si sopporterebbe il rischio di trovarsi Maxim Lapierre come avversario). Hnat Domenichelli, in qualità di direttore generale dell’Hockey club Lugano, parla di “accordo trovato oggi”, dal che si capisce che la posizione del giocatore era già morta sul primo colloquio tra lo stesso responsabile e l’allenatore. Del futuro niun sa; se questa sia stata mossa brillante, sul presente, mah. Si domandi, al proposito, a qualcuno degli oltre 1’000 che hanno già rinnovato l’abbonamento, ed alla cieca…