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Hockey Wl / Ladies Lugano, dopo la paura una ripartenza dalle ceneri

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Il sito InterNet, ripreso occasionalmente in mano dopo un “buco” di oltre 10 mesi, aggiornato giovedì 7 agosto con la sola e prolisso nota-stampa sulle magnifiche sorti e progressive, e da quel momento abbandonato; la pagina “Facebook”, addirittura, ancora al comunicato del precedente gruppo dirigente e dunque con l’annuncio del ritiro della squadra; dalle parti di “Instagram”, stessa solfa. A dissolvere le nebbie, una notizia invero c’è: le Ladies Lugano, o quel che di esse rimane essendosi disperse energie e risorse umane essenziali ai fini della competitività del gruppo, saranno effettivamente in pista nella stagione hockeystica femminile di massima serie, ossia la “Women’s league” il cui torneo 2023-2024 si è inaugurato iersera con due incontri; un salvataggio “in extremis”, cioè dopo che del neopresidente Cezar Ovidiu “Cesare” Badila sono emersi i guai finanziari e l’indirizzamento verso una cella del sistema penitenziario causa ravvisati reati, è maturato per la sensibilità di un paio di imprenditori giunti a tamponare la falla, ballando fra i 50’000 ed i 100’000 franchi per fare i conti al pari in prospettiva che ad ogni modo si rivela al ribasso rispetto ai programmi sbandierati appena sei settimane addietro. Ergo: saltata l’amichevole prevista per sabato 9 settembre contro le Zsc Lionesses Zurigo, rinviato l’esordio già fissato per ieri (ma qui è stato determinante un altro evento calamitoso, ovvero l’incendio alle sovrastrutture del palaghiaccio di Biasca con conseguente inagibilità del complesso per un buon paio di mesi: a volte sul bagnato non solo piove, ma grandina), secondo il calendario riformulato la squadra andrà in pista sabato 23 e domenica 24 settembre, a questo punto sul ghiaccio della “Resega” di Porza, in entrambi i casi contro le Davos Ladies. Dell’aspetto societario poco si sa: a registro di commercio, Cezar Ovidiu Badila risulta tuttora presidente, ancorché esautorato da qualsivoglia ruolo.

Due miti verso altri lidi – Circa l’organico, salvo errori ed omissioni perché il gruppo si sta allenando ma a porte girevoli, con tutto rispetto delle atlete è improbabile che nell’immediato giungano risultati eclatanti cioè all’altezza della storia della società di cui Flavia Petrimpol è amministratrice avendo rilevato i diritti dalla gestione che faceva perno su Sidney Piaget; quanto sta alle spalle, a volte, è un macigno da aggirarsi anziché un trampolino verso nuovi traguardi, e si sta parlando in effetti d’una realtà il cui peggior risultato negli ultimi 18 anni è pur sempre un’eliminazione nella semifinale del “play-off” per il titolo, tra l’altro in due sole occasioni essendo il resto del “palmarès” articolato su otto titoli ed otto piazzamenti al secondo posto. In gran blocco la traslazione da Lugano verso le file delle AmbrìGirls1, e fa un certo effetto il rilevare in biancoblù i nomi di Nicole Bullo (36 anni, difensore, sette trionfi nazionali in bacheca oltre ad un bronzo olimpico e ad un bronzo ai Mondiali, non meno di 494 punti ovvero 187 goal e 307 assist in 386 partite nell’arco di 21 stagioni) e di Romy Eggimann (27 anni, ala, sei trionfi nazionali oltre ad un bronzo olimpico, 409 punti ovvero 213 goal e 196 assist in 16 stagioni): la bellinzonese era approdata ad altro “roster” in un solo campionato, torneo 2007-2008, con la divisa del KüssnachtAmRigi che già l’anno dopo si sarebbe “congelato” (l’affiliazione federale ritorna proprio ora, sotto le specie del ricostituito Zugo femminile in cadetteria), mentre della figlia di Beat Eggimann tricampione con il Lugano maschile era nota la storica e indiscussa fedeltà alla causa luganese; per la cronaca, trattasi della prima e della seconda di tutti i tempi, a Lugano, per produzione offensiva, l’una con il “record” degli assist (232) e l’altra con il primato delle reti (172).

Una diaspora epocale – Detto che sia della statunitense Taylor Leech transitata al Leksand in Svezia (auguri per ogni miglior fortuna, a Lugano non è stata determinante o forse troppo alte erano state le aspettative su un’agonista fresca di ciclo universitario con le BlackBears della University of Maine), prospettive di carriera da professionista in contesto d’Oltreatlantico si è data la canadese Abby Cook, classe 1998 come Taylor Leech, domani sera alla prova della “draft” per la quale si è dichiarata eleggibile nella neonata Professional women’s hockey league (campionato in immediato subentro alla Premier hockey federation sviluppatasi dal 2015 al 2023 quale torneo “pro” nordamericano e nella quale militò e vinse una coppa anche la poschiavina Evelina Raselli nell’ultima sua esperienza da atleta). A rischio di dimenticare taluna: Elena Gaberell e Lena Lutz a Zugo, Jade Surdez a Berna (dove è stato rilevato l’ex-Bomo Thun), Valérie Christmann a Davos (dove sono approdati i resti delle Turgovia Ladies già Turgovia Indien Ladies), Sofia Bernardasci ed Eva Bargo Cuns a Neuchâtel; ad integrare le AmbrìGirls1, di fatto in ribaltamento delle gerarchie cantonali, sono dunque quasi tutte le altre partenti, ossia Sofia Decristophoris, Anneke Katharina Orlandini (la varesina che, a soli 27 anni, vanta due titoli in Svizzera e tre in Italia), Laura Desboeufs, Lucia Luraschi e Zoe Merz, non potendosi infine trascurare la 16enne Elisa Dalessi che, sul percorso dalle giovanili del ValleMaggia (ora con tesseramento sotto identità dei Rivers: gioca con i maschi della “Under 17”), nella stagione 2021-2022 aveva militato sia nelle AmbrìGirls2 (in quarta serie), sia nelle AmbrìGirls1 (in seconda serie) sia nelle Ladies Lugano (in prima serie), indi era rimasta a ponte tra Rivers “Under 15”, Rivers “Under 17” e Ladies Lugano ed ora riapproda ad Ambrì.

Percorsi opposti – Sangue fresco in un collettivo ischeletrito, e vale sempre lo stato dell’arte, proprio dalle AmbrìGirls1 è giunto. Formalmente da fuori territorio il rientro di Nathalie Buser, 33enne con cinque titoli in carniere e sarebbero stati almeno sette se la veterana non avesse rinunciato all’hockey nel triennio 2017-202, ultima stagione in accasamento a Sursee in cadetteria ma con disponibilità anche per le AmbrìGirls da cui giungono tre svizzere (Sabrina Balzaretti, Arianna Bruno e Nicole Pozzi), due italiane ampiamente rodate per l’Elvezia (la 24enne torinese Elisa Biondi, al quinto campionato su suolo rossocrociato, e la 22enne milanese Greta Niccolai, sesta esperienza ma a “pendant” tra Leventina e rive del Ceresio) e l’itinerante ucraina Polina Telehina, 20 anni compiuti a luglio, nazionale del suo Paese, nell’arco di cinque stagioni – ma con due annate a vuoto per distinte ragioni – passata dall’Avtomobilist Kiev in Ucraina al Narmanspor in Turchia all’Aosta in Italia alle AmbrìGirls “doppie” (prima e seconda squadra) ed infine alle Ladies Lugano. Sempre dall’Italia, ma in via diretta, sono state ripetutamente date in arrivo il difensore Emma Rindone e l’attaccante Manuela Heidenberger, entrambe in quota Bolzano Eagles. In immagine, Nicole Bullo, qui ancora con la maglia delle Ladies.