(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 14.09) A poche ore dal “Freedom day” che Alain Berset annunziò da Palazzo federale (via tutti gli obblighi, fatta eccezione per l’uso delle mascherine nelle strutture sanitari ed a bordo dei mezzi pubblici; fine dell’obbligo di telelavoro, et similia), nel Ticino del biennio covidiano la tendenza è al meglio ma il presente resta ancorato al peggio, quantomeno per le sensazioni e per il cuore della gente comune, risultandoci insopportabile il dover registrare un’altra vittima da “Coronavirus” (122 nel contesto della quarta ondata, 1’117 dall’inizio della pandemia). Si potrà insomma annunciare una sorta di “Liberi tutti” per decreto politico, ma nella situazione epidemiologica territoriale si constata l’essere all’ottavo giorno consecutivo nel segno del lutto “pour cause”, valendo l’ultimo decesso esattamente quanto il primo o uno qualunque tra marzo 2020 e ieri; ed il reale prevale sempre su ciò che viene precostituito, con le migliori intenzioni di certo, ma precostituito resta. Tanto di più se fra due albe consecutivce si aggiungono altri 616 nuovi positivi, che equivalgono statisticamente ad un sesto del totale dei contagiati nella tragica prima ondata; siamo ad un totale di 106’121 casi, di cui 72’340 solo da giovedì 29 luglio 2021 ad oggi. 86 al momento i ricoverati in strutture nosocomiali, 78 all’interno di reparti ordinari ed otto in reparti di terapie intensive. Si rafforza spiacevolmente anche il numero degli infetti ospiti di residenze per anziani: due le guarigioni, otto i nuovi casi, totale 41 persone colpite all’interno di otto realtà del territorio. Invariate le cifre pertinenti alla campagna vaccinale, proposta accolta dal 72.0 per cento degli aventi diritto.