Era stato primattore nella stagione del terrorismo, dapprima come esponente delle “Brigate rosse” e poi quale figura di spicco delle “Formazioni comuniste combattenti”. All’età di 74 anni (li aveva compiuti nel novembre 2021), e dopo averne trascorsi 11 in modo continuativo all’interno del sistema carcerario più vari altri in regime di semidetenzione, a Varese è deceduto oggi Corrado Alunni, romano per nascita, formazione come perito industriale, poi operaio in un’azienda del Milanese e qui introdotto nel brodo della cultura extraparlamentare in cui avrebbero albergato varie realtà antagoniste delle istituzioni; sotto l’ombrello delle citate Fcc, che in Corrado Alunni ebbero il perno e che operarono primariamente come aggregazione di gruppi con struttura locale o regionale (a titolo di esempio, le “Brigate comuniste” ancorate tra Milano ed il Varesotto), numerosi attentati alle forze dell’ordine ed a strutture.
Corrado Alunni, che dal 1974 era entrato in clandestinità dopo aver lasciato il lavoro, fu tratto in arresto nel settembre 1978 in un covo a Milano; a fine aprile 1980, insieme con Emanuele “Lele” Attimonelli – che era esponente di spicco dei “Nuclei armati proletari” – e con una quindicina di detenuti per crimini comuni (tra di loro, tuttavia, quel Renato Costantini Vallanzasca che era indiscusso capo della “mala” milanese con la cosiddetta “banda della Comasina”), l’evasione dal carcere di San Vittore in Milano e la sparatoria in cui sia Renato Costantini Vallanzasca sia Corrado Alunni rimasero feriti in modo grave. Poi la progressiva dissociazione dal terrorismo, dissociazione culminata nella sottoscrizione di un appello – anno 1997 – per la chiusura del periodo degli “Anni di piombo”.