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Ticino, nove altre vittime da Covid-19. Contagiati verso quota 20’000

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 14.37) Meno drammatiche rispetto a quelle di ieri, ma sempre spia di un intollerabile stato dell’arte, le cifre esiziali che scivolano sotto i nostri occhi quale testimonianza della pandemia covidiana in atto. Cifre che solo parzialmente ci autorizzano a credere – e questo a differenza di una tesi che era stata diffusa ormai troppe settimane or sono – che sia in atto una discesa, per quanto lenta, verso la normalità: l’unico dato in tal senso, facendosi parametro sui valori giornalieri dell’ultima quindicina, viene dal calo (ora 18 per cento) nella quota di positivi sui tamponi effettuati e sottoposti a verifica di laboratorio, 1’800 nell’arco di 24 ore, aggiornamento alla data di lunedì 14 dicembre; poco, troppo poco per dar spazio financo ad un’illusione.

Impietoso è infatti il quadro generale, impietoso, e per prima cosa si dovrà a brevissimo prender atto del superamento della soglia dei 20’000 casi da febbraio a questa parte, un’enormità soprattutto a rigore dei “soli” 3’531 contagiati ufficiali nella prima ondata; il computo effettivo si ferma per ora a quota 19’963 unità, con incremento di 258 positivi tra ieri e l’alba di oggi; a margine di tale contesto si considerino allora – ed i valori sono attestati alle ore 10.00 di oggi – ben 1’870 soggetti in isolamento e ben 2’914 soggetti in quarantena. Nel corpo vivo della vicenda, invece, quel che peggio fa stare: altre nove vittime, totale 682, 350 – si riacquisisce questo valore come definitivo, sottraendosi in via definitiva un’unità dal valore più volte riportato – nel “prima” e 332 dunque nel “poi”; apparente saldo in parità, ma è quel tipo di apparenza che lascia amarezza, tra nuovi ricoverati (22) e dimessi (idem); 332 sono al momento i degenti in strutture nosocomiali ticinesi, con la preoccupante quota di 38 ospiti costretti alle terapie intensive. A tutto ci si deve aggrappare, certo; ma qui i fondamentali non pongono prospettive.