Sospetti reati finanziari nel privato, cioè ai danni di familiari e più genericamente di suoi congiunti; sospetti reati finanziari ai danni di una parrocchia; sospetti reati finanziari ai danni di una fondazione. È un cumulo di contestazioni gravose, tanto di più per le funzioni esercitate dal soggetto, quello abbattutosi su don Samuele Tamagni, sacerdote incardinato nella Diocesi di Lugano e con residenza nel Luganese e che venerdì scorso – a riferirlo sono stamane fonti del ministero pubblico e della Polcantonale – si è presentato agli sportelli del Pretorio di Lugano per riferire a tale proposito, di certo sotto la pressione della coscienza e dopo la consultazione con un legale. Cittadinanza svizzera, 40 anni, da Sant’Antonio, don Samuele Tamagni è al momento titolare della semimillenaria parrocchia di Cadro, in successione nella storica linea inaugurata da don Antonio De Lotis ovvero Lotti e quale 22.o presbitero, dal settembre 2014, in subentro a don Gabriele Diener. Nell’arco di vari anni sarebbero stati compiuti i prelievi indebiti, un totale di oltre 100’000 franchi la cifra volatilizzatasi e che probabilmente il sacerdote non è più riuscito a contenere con trasferimenti di fondi a tappo di altri ammanchi.
L’arresto di don Samuele Tamagni, il cui impegno pastorale è testimoniato da numerose attività all’interno ed all’esterno della parrocchia (conduzione dell’adorazione comunitaria mensile, celebrazioni liturgiche, incontri di cellula parrocchiale, fondazioni), è venuto al termine dell’interrogatorio. Una seconda persona, il cui coinvolgimento nei fatti – così nella nota dal ministero pubblico – “è oggetto di verifiche”, è stata fermata sui primi sviluppi degli accertamenti. Gli addebiti vanno dalla truffa all’appropriazione indebita al riciclaggio di denaro; inchiesta nelle mani del procuratore pubblico Daniele Galliano; fonti terze indicano che una parte delle risorse sarebbero state attinte dalla cassa della “Fondazione Damiano Tamagni” di cui don Samuele Tamagni è vicepresidente. A firma del solo addetto-stampa Luca Montagner, nel frattempo, dalla Curia a Lugano giunge un’informativa in due paragrafi e con la quale viene garantita “piena collaborazione agli inquirenti” per una vicenda “che sorprende ed addolora”, tuttavia con immediato rifiuto a fornire qualsivoglia informazione utile nel presente.