(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 19.40) Appena al di sotto della parità (meno 0.15 per cento su quota 9’922.07 punti al saldo) lo “Swiss market index” della Borsa di Zurigo in seduta dai rebbi assai ravvicinati sul listino principale (picco, “Lonza group Ag”, più 0.74 per cento; coda, “Sika group Ag”, meno 0.81 per cento; da considerarsi come eccezione il “meno 1.88” per cento del valore “Givaudan Sa”). Orientamento ondivago nei comparti (valga per tutti il responso dai farmaceutici: “Roche holding Ag”, più 0.02; “Novartis Ag”, meno 0.22); scambi per poco più di un miliardo di franchi sui pesi massimi difensivi. Fuori dal listino principale, risposta in apparenza atipica (più 1.47 per cento, tuttavia dopo partenza assai più incoraggiante) dal titolo “Julius Bär Gruppe Ag” – già fra le “blue chip” – sulla rettifica al ribasso degli obiettivi 2019 stante la semestrale sotto le attese (utile netto a 391 milioni di franchi, afflusso netto di capitali in crescita nella misura del 3.2 per cento contro un incremento previsto fra il quattro ed il sei per cento, entità del patrimonio gestito parimenti in crescita rispetto a fine dicembre 2018 ma “limata” rispetto a fine aprile 2019); mai meglio che in questo caso si potrebbe dire che i risultati operativi erano già stati ampiamente scontati dagli operatori. Dalle altre piazze primarie in Europa: Dax-30 a Francoforte, più 0.24 per cento; Ftse-Mib a Milano, più 0.44; Ftse-100 a Londra, più 0.08; Cac-40 a Parigi, più 0.26; Ibex-35 a Madrid, meno 0.07. Passo positivo a New York, con picco sul Nasdaq (più 0.64). Ancora in flessione l’euro, scambiato ora a 110.1 centesimi di franco e dunque sui minimi da due anni a questa parte.