Annullare l’esito della consultazione, e procedere ad una nuova votazione. Calibro da obice quello che Gianluca Padlina, legale in Mendrisio e Lugano ma anche presidente dell’Ordine degli avvocati del Canton Ticino ma anche esponente del Partito popolare-democratico (per il quale siede tra l’altro in Consiglio comunale nel Magnifico borgo), si appresta ad usare davanti alle massime istanze, leggasi Tribunale federale in Losanna, per contestare quanto uscito dalle urne alle Federali, versante Camera alta, secondo turno ovvero ballottaggio. E cioè per verificare se, per ormai note ragioni asserite, alla Camera alta sieda oggi chi effettivamente ha diritto, Marco Chiesa in quota Udc e Marina Carobbio-Guscetti in quota Ps, a danno primariamente del pipidino Filippo Lombardi cui mancarono 46 consensi per far pari con la citata esponente della Sinistra, ovvero 47 per andare al sesto mandato consecutivo.
La decisione, resa nota in giornata, si somma alla procedura attivata dallo stesso Gianluca Padlina davanti al Tribunale amministrativo cantonale: contestato, in questo caso, l’ipotetico malfunzionamento nella fase preparatoria, problema che si sarebbe riverberato in un tardivo invio di buste elettorali ad un presumibilmente cospicuo numero di aventi diritto. In forza di tale istanza, che si situa a monte dell’invocata esenzione di responsabilità per la Cancelleria dello Stato, era stato fatto ordine di conservare le schede pervenute ai Comuni fuori tempo massimo, ovvero dopo le ore 12.00 di domenica 17 novembre. Nel riquadro della foto, l’avvocato Giancarlo Padlina.