Home CRONACA Bellinzona, 33 vaccinati a… tempo scaduto: aperta un’inchiestina

Bellinzona, 33 vaccinati a… tempo scaduto: aperta un’inchiestina

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Come sia stato possibile, nessun sa: Giovan Maria Zanini farmacista cantonale dice di aver “avviato una verifica” per “ricostruire le procedure seguite” e per “chiarire la dinamica dell’accaduto”; e vedremo quando e come giungeranno risposte tanto dalla Città di Bellinzona quanto dalla “Croce verde” Bellinzona, essendo questi i referenti (nel primo caso, per responsabilità del coordinamento amministrativo e logistico del “Centro di prossimità” nella capitale; nel secondo, per responsabilità della gestione sanitaria), e sentiremo se ci sarà una spiegazione logica. Per ora ci premerebbe l’aver contezza e certezza del non aver subito il cittadino alcun pregiudizio, cosa che invece scopriremo solo vivendo. Questo infatti accadde sabato 10 aprile, ed è un peccato che lo si venga a sapere soltanto oggi: nel corso della somministrazione delle seconde dosi di vaccino (il “Moderna”, nella fattispecie) a persone affidatesi alla struttura di Bellinzona, ben 33 soggetti su 300 trattati sono stati destinatari di una dose tecnicamente scaduta. Intendiamoci sull’aggettivo “scaduta” ed intendiamoci sull’avverbio “tecnicamente”: sul vaccino, nel momento in cui esso esce dallo stabilimento, è presente una chiarissima data a 30 giorni quale indicazione della “deadline” di utilizzo del vaccino medesimo; qui, invece, la somministrazione ebbe luogo nel giorno numero 32.

È un dramma? No, nel senso che la salute delle singole persone non viene posta in pericolo. È un problema? Beh, sì, da un lato per la diligenza che si chiede agli operatori (tanto di più in un contesto così “sensibile”), dall’altro perché, al di là delle rassicurazioni fornite individualmente ai 33 vaccinati, non è da escludersi che l’efficacia del prodotto sia diminuita a causa dell’avvenuta conservazione del prodotto stesso oltre la soglia temporale indicata. Come capire se ci fu danno? Con la prova inversa, sull’accertamento della risposta sierologica; ergo, a tutti è stata offerta la possibilità di sottoporsi ad un “test” sierologico. Ora confermateci che 33 su 33 godono del 100 per cento di copertura, e nessuno si farà male.