Dicono che il calendario, fra campionati maggiori e Champions’ league e “Coppa Spengler”, sia diventato troppo fitto e che dunque, per conseguenza, qualcosa sia da sacrificarsi. Chiacchiere: secondo programma si ripartirà fra non molto, tabellone da 32 squadre, 12 di National league e 10 di Swiss league più sei dalla Msl e tre dalla Prima lega ed una, l’onorevolissimo Raron, dalla Seconda lega, ma sarà l’ultima volta; con decisione uscita in queste ore, la 19.a edizione della Coppa Svizzera di hockey – cioè quella della stagione 2021-2022 – viene messa sul binario morto ed in sostanza non sarà più riproposta. Una pensata, si dica senza mezzi termini, assai sciocca ed antisvizzera al massimo livello, trattandosi della porta di servizio con cui anche un piccolo borgo può giungere sulla ribalta nazionale; pensiero che viene condiviso a vari livelli, e che potrebbe condurre alla riformulazione dell’evento come espressione del solo hockey amatoriale, in una prospettiva orientata sostanzialmente a quel che risiede nella RegioLeague diretta dal ticinese Paolo Angeloni. Al quale si chiedono lumi: è un’ipotesi plausibile, è un’ipotesi sostenibile, ed è l’unica ipotesi su cui si possa lavorare?