Sotto intervista, nelle scorse ore, un operatore della ristorazione in area Verbano sponda Locarno. “Intervista”, beh: cosa blanda blandissima, microfono aperto, e l’interlocutore dica quel che gli aggrada, virgolette aperte virgolette chiuse, contraddittorio assente, obiezioni meno di zero; ma questo è difetto in nessun modo imputabile all’intervistato, descritto come “leader” fra gli operatori del ramo e quindi fonte attendibile. Geremiadi ed alti lai, dalla voce del sullodato professionista, per la scarsità di clienti nel primo giorno di “fase due” e dunque di apertura del locale, all’insegna del mugugno sconfinante nel pianginismo. Curiosa, per contro, l’omissione sul pregresso: trattasi o non trattasi del medesimo operatore che pochi giorni addietro, cioè ancora in “fase uno” covidiana quando sussisteva una manifesta restrizione al proposito, secondo testimoni si era buscato una multa per l’aver platealmente venduto bevande alcooliche a clienti del suo bar-ristorante, e già gli sarebbe andata bene?