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Hockey / Champions’ league, l’Ambrì vince con l’amaro in bocca

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Su molto dovranno ragionare, gli ideatori della Champions’ hockey league, pretendendo essi che il tifoso si innamori di un torneo in cui alle squadre ed alle società vengono chiesti soverchio dispendio di energie ma senza garanzia alcuna di affidabilità del risultato sportivo. Inammissibile, per gente che crede ancora ad alcuni diritti tra cui il non essere turlupinati, una formula a gironi in cui qualcuno possa ritrovarsi già qualificato al turno successivo quando manca ancora un incontro e, pertanto, decida di risparmiarsi, di imbottirsi di elementi da seconda schiera, di disputare la partita giusto perché c’è l’obbligo e, in tal modo, di regalare la promozione anche alla diretta avversaria; quanto accaduto nel gruppo “G”, proprio ieri, quando il Monaco già sicuro del primato si offerse graziosamente quale vittima sacrificale al Färjestad Karlstad, proponendosi ad organico lardellato dalle assenze e perdendo per 1-3, ad esclusione automatica di ogni speranza dell’AmbrìPiotta – ma non è problema specifico e proprio dei leventinesi: si sarebbe potuto trattare anche degli Figli Prediletti di Wotan o degli Amateurs Couleur Trasudeciócc – che nemmeno segnando 300 volte, stasera, avrebbe portato a casa più dei tre punti a disposizione, rimanendo quindi tagliato fuori per la miseria di una lunghezza. Morale: i biancoblù hanno vinto, alla “Valascia” di Quinto, con un 4-3 sul Banska Bystrica, ed hanno sistemato al pari il ruolino di marcia, tre successi contro tre sconfitte, cosa non disprezzabile alla prima apparizione su questo palcoscenico; ma rimangono fuori, meri spettatori di quel che altri potranno e dovranno disputarsi. Tra gli “altri” ci sono BielBienne (dominatore del gruppo “A”), Zugo (trionfatore nel gruppo “C”), Losanna (brillante nel gruppo “D”) e Berna (qualificatosi al pari dello Skellefteå con colpo di reni ai danni del Karpat Oulu nel gruppo “E”); insomma, tutte le elvetiche fatta eccezione per l’Ambrì.

Circa la partita, non proprio molto che si debba dire, mancando uno stimolo ed essendo venuto meno l’obiettivo possibile. Partiamo dai motivi di preoccupazione: Matt D’Agostini, che in stagione regolare della National league sta viaggiando sul piede di quattro goal e quattro assist in 11 incontri e dunque meglio ha fatto in àmbito continentale con cinque sigilli in sei presenze, fuori combattimento in corso d’opera causa discata; ci mancherebbe altro che Luca Cereda allenatore debba trovarsi a rinunciare ad una bocca da fuoco in questo momento. Prestazione non malvagia quella offerta da Dominik Hrachovina davanti alla gabbia; poco incisivo – ma sul suo conto troveremo infine un assist – Maxwell “Max” Gerlach, in temporanea riacquisizione dai BiascaTicino Rockets dove fu parcheggiato per la cadetteria 2019-2020 salve le eventuali esigenze; attacco molliccio, 20 tiri contro 36, oggettivamente troppe le penalità messe a referto (72 minuti quasi equamente suddivisi in una specie di obbligo sindacale, che diamine). Progressione: Ambrì avanti con Nick Plastino (3.59) in “power-play” e Matt D’Agostini (24.34), reazione ospite con Marek Biro (33.07) e Mario Lunter (39.29), ed il peggio arriva in apertura di terzo periodo con Andrej Stastny (43.11) per il 2-3. Buon per tutti che ogni tanto Robert Sabolic fa il fromboliere (52.54, 3-3) e che in una superiorità numerica, mentre già si profila il supplementare quale motivo di felicità per qualche scommettitore (5.25 la quota), salti fuori Giacomo Dal Pian per il sorpasso definitivo (57.18).

Da domani, pensare ad altro, senza recriminazioni. Ché la strada è lunga e perigliosa, davvero.