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«Grazie, a noi non serve più»: criminale rumeno estradato dal Ticino

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Gran mulinare di braccialetti metallici contenitivi di altrui polsi, di strette di mano tra colleghi di Paesi diversi ma contigui, di timbri sui documenti ufficiali e di saluti in cifra “Teniamoci in contatto, tanto dovremo vederci di sicuro fra qualche giorno o anche prima”, in ‘sto periodo, dalle parti dell’Ufficio binazionale del settore Polizia di frontiera in Ponte Chiasso frazione di Como: ancora giovedì scorso, in replica di analoghe procedure portate a compimento nel corso delle ultime settimane, la consegna dal Ticino all’Italia d’un criminale già detenuto in Svizzera per furto e per spaccio di sostanze stupefacenti e che era trepidamente atteso su suolo peninsulare per l’espiazione di altra condanna conseguente ad altri reati, furti in serie e fabbricazione di documenti falsi le specialità registrate nel “menù” della fedina penale d’oltrefrontiera. Chiuso il pacchetto di esperienze dietro alle sbarre per quanto pertinente alla giustizia elvetica, il soggetto – 27 anni, passaporto rumeno – è stato pertanto ceduto a titolo definitivo: prossimo contratto, sempre in restrizione della libertà personale, da anni due e mesi tre come indicato nella condanna risalente al dicembre 2021, in Torino il Tribunale competente. Dopo notifica del provvedimento all’interessato, gli agenti della Polizia di frontiera hanno provveduto al trasferimento del 27enne al “Bassone” di Como.