Buoni per un valore complessivo di 7’000 franchi sono in palio nel contesto del concorso “Il Ticino in 60 secondi”, sfida lanciata oggi sotto egida di “TicinoTurismo” ed aperta a quanti, residenti o turisti d’Oltralpe e vuoi con strumento professionale qual è una videocamera vuoi con il semplice cellulare, siano disposti a realizzare ed a pubblicare filmati “spontanei ed autentici” – tale la pretesa – in cui vengano esaltate “la bellezza e le sfaccettature del nostro Cantone”. Ogni settimana un tema diverso (“Outdoor”, “Arte ed architettura”, “Acqua”, “Mobilità”, “Gastronomia”); sviluppo sino a domenica 2 agosto; caricamento sulla piattaforma www.ticino.ch/win; attenzione, i fornitori del materiale saranno tenuti ad astenersi dal… montare i video (e, sia detto, la cosa suona strana: opera è quel che risulta atto compiuto, dall’idea di fondo o dal “Leitmotiv” sino alla sua definizione. Chissà chi ha suggerito tale modalità, e per quale ragione); giudizio insindacabile da parte dei membri della “community” di “TicinoTurismo”, il che si traduce nel solito carico di “Mi piace” a battaglia con altri “Mi piace”, cantarsela e suonarsela ad un tempo.
Secondo i vertici di “TicinoTurismo”, con tesi banalmente costruita al fine di fare l’occhiolino ai potenziali partecipanti al concorso, “ognuno (inteso come ogni persona, ndr) ha le potenzialità per diventare un “microinfluencer”, un ambasciatore del territorio”; e qui bisognerebbe intendersi, perché è vero che con mezzi o leciti o furbetti un tizio può arrivare a raccogliere quel migliaio di “follower” che lo qualifichino aritmeticamente come “microinfluencer” (la gamma va poi da 1’000 a 100’000 unità), ma per essere “ambasciatori del territorio” servono quantomeno conoscenze, attitudine alla valorizzazione senza enfasi che induca allo stereotipo, competenze culturali ed ambientalli ed altre cosucce del genere. Tre “videomaker”, al secolo Gianni Vacca, Dino Reichmuth e Jon Guler, forniranno collaborazione e consulenza a “TicinoTurismo” pubblicando via via una serie di “tutorial” contenenti consigli “mirati” – così nella nota-stampa – “su come realizzare ottimi contenuti in movimento”. Perché la tesi sottostante al concorso, e ad avallarla è lo stesso Angelo Trotta direttore di “TicinoTurismo”, è proprio funzionale all’esaltazione dell’immagine in una sua espressione specifica: “Sappiamo che, nel “marketing”, spesso le immagini in movimento risultano più efficaci dei contenuti testuali”.
Vero? Non vero? Assai relativamente vero, e dunque non vero di principio. A ciò verrebbe peraltro da rispondere: va bene, baloccatevi con i vostri gingilli da immagine in movimento, ma a questo punto piantatela di produrre manifesti e di pagare per le affissioni in luogo pubblico, ed evitate di pretendere che sulla stampa compaiano i vostri comunicati. I quali, pare incredibile ma è davvero così, contengono testo e sono fatti di testo; eppure di essi ci inondate, in casella di posta elettronica, con preghiera di pubblicazione.