Da ospite di una comunità a Casale Litta (Varese), dove stava espiando una pena in forma alternativa alla detenzione, si era sottratto al controllo delle forze dell’ordine che di lì a poco gli avrebbero dovuto notificare un nuovo ordine di carcerazione; ed era scappato, prima destinazione la Germania, poi chissà. Un “chissà” durato per quasi quattro anni e mezzo e sino a ieri, giovedì 18 luglio, quando l’ora 30enne Antonio Grieco, cittadino italiano di ultima residenza a Varese è stato fermato a Madrid in esecuzione di un mandato europeo di arresto partito dal Tribunale di Asti, dove l’uomo era stato condannato al carcere – con sentenza definitiva – per oltre cinque anni; a carico del soggetto figurano reati di vario genere tra cui rapina aggravata, lesioni personali aggravate, minaccia aggravata, ricettazione, evasione, danneggiamento aggravato e resistenza a pubblico ufficiale. Elemento decisivo per far chiudere il cerchio (della latitanza): durante le indagini è stato individuato il profilo “Facebook” – taroccato ad arte, ma non abbastanza per sviare l’attenzione degli inquirenti – dello stesso Antonio Grieco, forse sentitosi tranquillo nel “buen retiro” in Spagna su cui, tuttavia, convergevano informazioni su luoghi, circostanze ed altri elementi.