Dovrebbe essere un tempo conviviale nell’approccio alla nuova stagione dell’hockey di National league in quel della Leventina; a sei settimane dalla data prevista, è invece fonte di polemica e, si dica, anche di irritazione montante fra i tifosi. Cause, una quantità: il prezzo del biglietto di partecipazione, a mo’ di esempio; il prezzo imposto per un eventuale servizio accessorio, anche; l’entità del rimborso e la modalità della conversione del rimborso in caso di annullamento della manifestazione, soprattutto. La quale manifestazione, al netto della valenza identitaria sotto una specifica fede sportiva e magari – sì, aggiungiamo un tocco di promozione territoriale – del rilevante livello qualtitativo offerto, è e resta in sostanza un pranzo ma dalla tipologia identica a varie altre esperienze enogastronomiche itineranti; tradotto in parole povere, simpatica applicazione di modello plurisperimentato. Ed anzi, ascoltandosi gli umori tra i tifosi, nemmen troppo simpatica.
Il fatto in breve: sabato 30 agosto, sotto egida della “Gottardo events & gastro Sa” che notoriamente è affiancata all’Hockey club Ambrì-Piotta per attività di competenza, avrà luogo la seconda “Mangiàda biancoblù” con un percorso in cui, a fianco di bevande ed alimenti a rappresentazione del Ticino, ogni postazione sarà funzionale al racconto di qualcosa che appartienere al passato o al presente o al futuro dell’AmbrìPiotta; partenza dalla “NuoValascia” e lungo giro all’intorno con sette postazioni tra cui il sedime della fu “Valascia”; una volta si trova la polenta, un’altra volta la selezione dei formaggi, un’altra volta ancora le pastefrolle ed il panettone. Si ripete: c’è di che riempirsi la pancia e c’è di che smaltire, al passo preferito, su tracciato da otto chilometri circa; scaglioni di massimo 80 persone per volta, massimo 800 iscrizioni, e con partenze a blocchi ogni 20 minuti, fra le ore 8.40 e le ore 12.00. Per tutto questo, ed è la prima critica che si raccoglie anche sulle reti sociali, pretesi 80 franchi nel caso di una persona dai 16 anni in su e 60 per i ragazzi dai 10 ai 16 anni. Secondo punto: nell’opzione “passeggiata enogastronomica più partita”, e la partita è poi un’amichevole con il Kloten, 20 franchi in più nel primo caso e 20 franchi in più nel secondo (tra l’altro: per l’amichevole pagano anche i bambini dai cinque ai nove anni. In forma ridotta, cioè 10 franchi, ma pagano). Un sabato itinerante da tifosi in famiglia, a misura di padre madre e due figli adolescenti, viene insomma a costare come la giornata intera in qualche stabilimento termale d’OltresanGottardo, viaggio e pranzo compresi. Okay, certo: sono scelte.
Non è una scelta, invece, quel che figura nel regolamento in effetti ad unilaterale misura degli organizzatori. In forma pubblica sta scritto che, “a dipendenza delle condizioni meteo”, la passeggiata sarà “adattata” e nessun’altra indicazione al proposito, sicché l’“adattamento” potrebbe tradursi persino nella soppressione di qualche tappa, o nella riduzione dell’evento a due-tre punti al coperto, tutto a discrezione di chi ha ideato la manifestazione; di annullamento, con eventuale annuncio entro le ore 20.00 di venerdì 29 agosto, si parla soltanto nel caso di allerta meteo diramata e confermata. Beh, almeno quello, si dirà chi stia facendo i conti con il portafogli e due conti sappia fare: se la manifestazione non ha luogo, varrà il diritto al rimborso di quanto pagato. Eh, ed invece: hai voglia a cercare sul sito InterNet dell’Hockey club Ambrì-Piotta, qui del rimborso non c’è traccia. Perché la cosa è scontata? In un certo senso: alla “Gottardo events & gastro Sa” hanno infatti deciso di praticarsi uno sconto, e non dall’entità modesta come sarebbe, per dire, nel caso di uno spettacolo che non abbia luogo e di cui siano trattenuti gli importi da diritti di prevendita. Già gli 80.00 franchi, forse per via dei costi di recapito, diventano 82.80 franchi nel momento in cui si acceda al sistema elettronico di prenotazione; solo da una consultazione minuziosa del regolamento (c’è un “link”, bisogna aprirlo ed arrivare alla metà circa del secondo foglio) risulta che in caso di annullamento un rimborso è riconosciuto “a tutti i partecipanti” (caragrazia che sono tutti). Sì, ma… quale rimborso? E qui la sorpresa: nella misura del… 50 per cento. Cioè tu paghi 80 (e rotti) e riporti a casa 40 (senza i rotti, tra l’altro). Anzi no, nemmeno questo: scorrendosi il regolamento sino a tutto il terzo foglio, ma proprio sul fondo fondo fondo, la modalità di rimborso è descritta in forma ben diversa dalla rifusione dei soldi ballanti e sonanti: restituzione al 50 per cento, come detto, “sotto forma di buono per lo shop Hcap”. Pardon? Del denaro pagato per una passeggiata enogastronomica rimarrebbe la metà (scarsa) e quella metà (scarsa) vale zero a meno che la si utilizzi per comperare cappellini o bandiere o “T-shirt” o quadernetti per appunti? Esatto, o questo o null’altro.
Se sia questo un buon biglietto da visita per la nuova stagione, beh, decidano i tifosi.