Delinquente è chi rapina una persona; delinquente con l’aggravante d’essere un farabutto – non sussiste incremento automatico di pena, ma si genera un inevitabile giudizio sulla disumanità di tale soggetto – è chi rapina un anziano causandogli pregiudizio fisico, e peggio ancora se ad agire in concorso sono più soggetti. Di tre criminali in banda si racconta volentieri, sull’esito di provvidenziale e rapido arresto effettuato nella tarda serata di domenica 13 luglio e di cui s’apprese questo pomeriggio, per tre ordini di ragioni: primo, finiti tutti in manette benché avessero tentato un’esfiltrazione a raggiera cioè separandosi dopo il colpo in modo da risultare meno tracciabili, o così almeno essi credevano; secondo, perché il provento della rapina – un orologio di buon pregio e che era stato strappato dal polso sinistro di un 81enne – è tornato al proprietario, un cittadino svizzero con domicilio in lande d’OltresanGottardo e qui per turismo; terzo, perché la fuga dei criminali da piazza Bernardino Luini cioè appena fuori dal “Lac”, dove la rapina era stata perpetrata alle ore 21.38 circa, fu stroncata da congruo numero di pattuglie della Polcom Lugano convergenti e con apporto dei colleghi della Polintercom Ceresio-sud e della Poltrasporti oltre che di specialisti dell’Ufficio federale dogana-sicurezza confini, alle spalle la regìa della Polcantonale per gli accertamenti necessari.
Dei tre malfattori a caccia di manette poco si sa: hanno 36, 40 e 46 anni rispettivamente, sono tutti algerini, sono tutti residenti in Francia. E sono tutti – per la rima – emeriti farabutti su cui gravano ora varie ipotesi di reato, principalmente la rapina e l’infrazione alla Legge federale sugli stupefacenti. Altro sarà da acquisirsi circa eventuali precedenti – eventuali? – sul territorio o in altri luoghi. Inchiesta coordinata dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis; il trio è nel frattempo stato associato al sistema penitenziario cantonale.