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Locarno, al “Museo casa Rusca” il… ritrovarsi secondo Gabriela Spector

Investimenti cospicui in denaro, conoscenza della materia ed interesse specifico sono richiesti dalla mostra “Abbracci e abbandoni-L’arte di Gabriela Spector” che da domenica ultima scorsa e sino a metà luglio è e sarà accessibile negli ambienti del “Museo casa Rusca” in Locarno, ingresso dalla piazza della Collegiata sant’Antonio. Soprattutto, occorre una predisposizione a concepire ed a considerare il tempo sospeso come distanza fisica, qualcosa che abbiamo sperimentato di certo nella fase acuta della pandemia da Covid-19 ma sulla cui natura non molti hanno indagato, e qui a provarci è per l’appunto l’artista di origini argentine e ben nota alle nostre latitudini da almeno un quarto di secolo. Sculture, dipinti, disegni, tutto concorre alla gestione del linguaggio di cui Gabriela Spector, ora 54enne e con “atelier” a Riva San Vitale, ha inteso lasciare un segno di dialogo; emblema della mostra è la scultura “Ritrovarci-Abbraccio”, opera elaborata nel 2020 ed ora posta nel giardino di “Casa Rusca”. Apertura tutti i giorni tranne il lunedì, dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 17.00; ingresso con biglietto singolo (gratis per scuole e giovani sino ai 18 anni) o con biglietto combinato per il sistema museale di Locarno. In immagine, da sinistra: Nancy Lunghi (titolare del Dicastero cultura a Locarno), Gabriela Spector, Graziano Martignoni (autore del testo nel catalogo della mostra), Alessia Bottaro (curatrice dell’evento) e Rodolfo Huber (direttore dei “Musei civici”).

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