Un sussulto nel cogliere iersera, da fonte giornalistica italiana e citeremo dunque il confinitimo “VareseNews”, la notizia d’un sisma da 3.9 gradi sulla scala Richter “nella zona di confine tra Italia e Svizzera” e per di più nella sezione dedicata al Canton Ticino: accidenti, ci trema la terra sotto il sedere e di ciò manco ci accorgiamo. Specifica l’anonimo estensore del breve testo a corredo: “Primo pomeriggio di oggi (ieri, ndr)… verso il versante del Verbano-Cusio-Ossola… rilevato anche dalla sala sismica dell’Ingv di Roma”, e l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) è senza dubbio fonte attendibile. Infatti, ecco pubblicate la latitudine 46.5257 e la longitudine 7.8648; coordinate geografiche che con noi hanno poco o nulla a che vedere, a conti fatti siamo appena a sud di Interlaken e di Spiez, che sino a prova del contrario stanno nel Canton Berna; ipocentro a sei chilometri, 80 chilometri la distanza minima da una qualsiasi frontiera con l’Italia, e calcoliamone 80 alla grossa – in sola linea d’aria – per arrivare a Bedretto; circa gli effetti, pare che un abitante (uno) abbia visto muoversi un lampadario (uno) a Lauterbrunnen frazione Mürren, cioè nel nucleo abitato più vicino all’epicentro. L’attenuazione furbesca della notizia fra titolo (“Terremoto di magnitudo 3.9 nella zona di confine tra Italia e Svizzera”) e testo (“Una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 è stata avvertita… nell’area di confine tra Italia e Svizzera, verso il versante del Verbano-Cusio-Ossola”) non basta per salvare l’autore o l’autrice del pezzullo.