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Salvagente al “Credit Suisse”, la Borsa di Zurigo respira. Europa e New York, idem

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(ULTIMO AGGIORNAMENTO, ORE 23.58) Bisogna riconoscerlo: quando la Svizzera “ufficiale” si muove con tempestività e senza atteggiamenti da basso vassallaggio e sconfinanti nella dipendenza servile, la Svizzera “ufficiale” ha ancora un peso. Bastevoli furono l’offerta di risorse finanziarie – chiamasi prestito, liquidità immissibile sino a 50 miliardi di franchi – da parte dei vertici della “Banca nazionale svizzera” e l’annuncio di una riunione straordinaria (già oggi; bocche cucite al termine dell’incontro) dell’Esecutivo federale per ridare slancio al titolo “Credit Suisse group Ag”, ieri massacrato dalle vendite in Borsa a Zurigo, oggi in rimbalzo e, dopo prima escursione fiammeggiante, in attestazione finale sui 2.02 franchi il pezzo, con progresso pari al 19.15 per cento. Positivo il riverbero, che si accompagna ad una reazione ordinaria tale da consentire allo “Swiss market index” di riprendersi sino a 10’719.10 punti, più 1.93 per cento a listino per intero sopra la linea se si fa eccezione per “Roche holding Ag” (fisiologico “meno 1.53” per cento nel primo giorno successivo allo stacco del dividendo); alle spalle del citato titolo bancario, “Swiss Re Ag” in recupero superiore alle tre figure. Sprazzo per “Medartis holding Ag” (più 8.61) nell’allargato. Messaggi positivi anche dalle altre piazze nonostante l’ennesimo e suicidario innalzamento dei tassi (altri 50 punti-base) da parte dei vertici della “Banca centrale europea”: Dax-40 a Francoforte, più 1.57 per cento; Ftse-Mib a Milano, più 1.38; Ftse-100 a Londra, più 0.89; Cac-40 a Parigi, più 2.03; Ibex-35 a Madrid, più 1.50. New York in ripresa: Nasdaq, più 2.48 per cento; S&P-500, più 1.76; “Dow Jones”, più 1.17. Cambi: 98.65 centesimi di franco per un euro; 92.95 centesimi di franco per un dollaro Usa.