Home CRONACA Truffe, preso 44enne. E per sua colpa le Ladies rischiano di sparire

Truffe, preso 44enne. E per sua colpa le Ladies rischiano di sparire

753
0

Una domanda si impone: non sul come mai sia stato arrestato, ma sul come mai sia riuscito a scansare i rigori della legge sino ad ora, se è vero – tale l’ipotesi accusatoria – che i reati finanziari sono stati commessi “nel corso di più anni” (citazione dalla nota del minisero pubblico) ed “anche attraverso numerose società” poi andate al fallimento. Di reati quali truffa, bancarotta fraudolenta, cattiva gestione, diminuzione dell’attivo in danno dei creditori, omissione della contabilità, falsità in documenti e riciclaggio di denaro, e restandosi solo agli addebiti principali, è chiamato a rispondere un 44enne di cui viene fornita la sommaria descrizione quale “cittadino straniero domiciliato nel Luganese”, potendosi invece dire che trattasi del titolare di un passaporto italiano, origini nell’Est europeo, domicilio a Lugano, figura nota anche perché da qualche settimana a questa parte risulta ai vertici delle Ladies Lugano di hockey, rinate in agosto con nuova dirigenza – Cezar Ovidiu “Cesare” Badila presidente, Flavia Petrimpol amministratrice; non vi è molto da lasciarsi alla fantasia – per rilevamento della licenza già in possesso di altro gruppo dal quale, a metà marzo, era stata dichiarata la cessazione dell’attività. L’arresto risale a giovedì 31 agosto, su quadro accusatorio che sembra stringente su ogni lato: imprese squadernate e messe sul binario del disastro per debiti che l’uomo “sapeva che non avrebbe mai pagato”; denari e servizi acquisiti “per finanziare uno stile di vita molto costoso” e che in altro modo “non si sarebbe potuto permettere”. E poi, nel periodo covidiano, un bel castello di documenti abborracciati e prodotti “al fine di ottenere un credito (…) dalla Confederazione”. La cifra: 400’000 franchi tondi.

Nel corso delle attività di incrocio tra documenti ed evidenze terze, oltre che delle perquisizioni disposte dal sostituto procuratore generale Andrea Balerna, titolare dell’inchiesta, sono stati posti sotto sequestro anche materiali destinati ad una serie di accertamenti. La restrizione della libertà individuale è già stata convalidata dal giudice dei provvedimenti coercitivi. Possibili altri sviluppi nelle prossime ore, soprattutto se si presenteranno in via Pretorio a Lugano altri soggetti che, carta alla mano, siano in grado di andare oltre la mera presunzione dell’essere stati danneggiati.

Fra le prime e più visibili conseguenze della vicenda, com’è ovvio, il possibile “stop” definitivo all’operatività delle Ladies Lugano che fra soli otto giorni dovrebbero tornare in pista per la stagione 2023-2024 dell’hockey femminile di massima serie: il ritorno all’agonismo ed il rilancio della squadra erano stati ufficializzati soltanto un mese fa, poche ore prima dell’allenamento inaugurale alla “Resega” di Porza e dal “camp” di tre giorni – tra venerdì 11 e domenica 13 agosto – al palaghiaccio di Biasca; a margine era stato pubblicato un lungo manifesto programmatico dai contenuti senza dubbio ridondanti e non privi di stramberie ma che, agli occhi di quanti seguono la disciplina, era semmai apparso come il giustificabile eccesso da parte di persone coinvolte e fortemente “orientate” ad esaltare un progetto sportivo. Un’incertezza era sorta invece circa la consistenza della società presentata come “main sponsor”, al secolo il “Blackberry capital fund” che salvo errori ed omissioni risulta essere una società di investimento dalla recente registrazione (metà febbraio 2023), soggetta al diritto maltese ed in appoggio – così come oltre 70 altre persone giuridiche registrate – alla medesima realtà con sede alla Valletta, Saint Paul’s street 259.