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L’editoriale / Vedono sessismo in ogni posto. E se lo trovano in casa

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Alla Sinistra ticinese (non solo in quella: uditi uheggiamenti moralistici da più sponde. Tutti vergini con le chiappe altrui; occhio al “boomerang”) che si sente autorizzata a fare la morale al giornalista-conduttore Nicolò Casolini per una mezza goliardata televisiva e priva di malizia; alla Sinistra ticinese che urla allo scandalo (con tanto di atto parlamentare a firma delle granconsigliere Gina La Mantia e Tatiana Lurati) perché in specifiche attività agonistiche maschi e femmine utilizzano abbigliamenti diversi e che diventerebbero “sessualizzanti”; alla Sinistra che anni addietro non battè ciglio quando sul “Diavolo” la deputata udicina Lara Filippini venne descritta come “scosciata e smutandata” perché in una foto compariva insieme con un istruttore e con un’altra appassionata della “pole dance” ossia dell’incontro tra ginnastica e danza in presenza di una pertica; a questa Sinistra ticinese, ecco, proprio a questa Sinistra ticinese succede che purtroppo una donna impegnata in politica, e per di più municipale a Losone, venga fatta bersaglio di una raffigurazione scandalosa ed offensiva a mezzo “web”, nelle forme di un fotomontaggio a carattere pornografico (sì, non servono definizioni: sappiamo benissimo riconoscere quel che è pornografia aggravata dall’acrimonia politica) in cui tale esponente della “Lista della Sinistra”, tra l’altro membro dell’Esecutivo sin dal 2012, viene infilata in un grande letto con tre uomini – incidentalmente consiglieri comunali della stessa compagine – e nell’atto di svolgere attività autoerotica con piena propria soddisfazione.

Purtroppo da acquisirsi alla cronaca, per completezza di informazione e per un motivo di cui si dirà tra breve, nomi e cognomi: la municipale è Francesca Martignoni-Tresoldi, e gli esponenti del Legislativo sono Matteo Piatti e Daniele Cavalli, terzo uomo Tiziano Belotti subentrante. A tutti loro, nel segno di un rispetto che è dovuto al prossimo (ed alla persona investita di ruolo istituzionale), giungano i nostri sentimenti di vicinanza umana così come manifestazioni di simpatia e di incoraggiamento sono venuti da varie parti, “in primis” il sindaco e gli altri municipali di Losone, che si sono premurati di sottolineare l’impegno costante ad “una linea di condotta guidata dal civile confronto democratico, rispettoso delle idee e della dignità di ogni persona e di ogni gruppo” e di condannare “questo tipo di azione, chiaramente lesivo dei principi menzionati”. Necessario inoltre il sottolineare che tale fotomontaggio è qualcosa di diverso da un ordinario “meme” fatto circolare, ad esempio, in posta elettronica da Tizio a Caio e da Caio a Sempronio: cosa riprovevole, per carità, ma a circuito limitato. No: il fotomontaggio è comparso su una pagina ufficiale di InterNet, proprio quella della “Lista della Sinistra”, tanto che qualcuno ha subito latrato alla violazione informatica del portale, sussurrando la tesi all’esterno ed in modo che il messaggio fosse recepito da orecchie particolarmente “sensibili”, caccia all’untore, caccia all’“hacker” che di sicuro si è introdotto illegalmente e che ha lasciato questo messaggio esposto al pubblico ludibrio. Poi la palla di neve è diventata slavina e la barzelletta dell’intrusore si è esaurita, essendosi tra l’altro profilata – ed è sacrosanta – la denuncia contro l’autore, a quel momento un illustre ignoto per il pubblico ma forse già ben identificato dalle vittime.

Ed eccoci all’epilogo, abominio nell’abominio: autore Alessandro Chiappini, altro consigliere comunale. Aggressione e linciaggio per rivalità partitica, allora? Beh, non proprio: in quel Consiglio comunale, Alessandro Chiappini siede proprio nelle file della “Lista della Sinistra”, coacervo in cui hanno posto indipendenti – come lui – e socialisti oltre a Denise Odiet per la componente “Orizzonte verde”. Precisiamo: sedeva, essendo d’improvviso scattata l’espulsione dal gruppo mentre delle inevitabili conseguenze legali vi sarà modo di occuparsi. E come fece, quel consigliere comunale, ad accedere al portale? Oh, qui la risposta è di una semplicità disarmante: era Alessandro Chiappini il responsabile della comunicazione per via informatica, era Alessandro Chiappini l’uomo con le chiavi per l’ingresso nel sistema e per l’aggiunta o per la modifica di contenuti. Imbarazz tremend imbarazz, e vai di bianchetto: messo d’urgenza fuori servizio il sito InterNet sotto l’indirizzo www.sinistra-losone.ch; quanto alla pagina “Facebook”, che gode dell’enormità di 31 persone aderenti alla comunità, l’ultima comunicazione ora visibile risale alla prima metà di aprile e fa riferimento ad un “file” in realtà non reperibile. Letto qualcosa circa la difesa abbozzata da Alessandro Chiappini: un tentativo di autoassoluzione – tra l’altro, all’origine dell’atto compiuto c’è la mancata attribuzione di un ruolo: roba da puerile ripicca, insomma – che non sta né in cielo né in terra. Compagni che sbagliano, dirà qualcuno; certo che se te li ritrovi in casa, dopo aver strepitato per una settimana contro l’orbe terracqueo…

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